Ha solo 20 anni ma potrebbe passare i prossimi 24 in carcere per essersi tolta il velo in Iran in segno di protesta e aver quindi incoraggiato alla prostituzione. Parliamo dell’attivista anti-hijab Saba Kord Afshari, una delle protagoniste del cosiddetto ‘mercoledì bianco’.
Gli avvocati della donna dicono che ricorreranno in appello dopo la condanna del tribunale di Teheran emesso il 19 agosto scorso. Saba Kord Afshari deve rispondere di “diffusione della corruzione e della prostituzione” diffusione “di propaganda contro lo Stato”, fino alla “cospirazione contro la sicurezza nazionale”.
Il tutto per aver partecipato al cosiddetto mercoledì bianco, una protesta pacifica in cui le donne decidono di mostrarsi senza velo, a capo scoperto e con il velo legato in cima a un bastone.
Mercoledì Bianco
La campagna promossa online lo scorso anno è stata soprannominata del ‘mercoledì bianco’, come il colore dei veli sventolati. Le donne ma anche alcuni uomini protestano contro la legge che stabilisce un codice d’abbigliamento per le donne, obbligandole a indossare il velo e abiti ampi e lunghi. La prima a protestare era stata Vida Movahed, soprannominata ‘la ragazza di via della Rivoluzione’.
Kord Afshari era stata arrestata per la prima volta mentre partecipava a una protesta pacifica il 2 agosto 2018, poi liberata, ma nuovamente arrestata a giugno sempre per lo stesso motivo. Adesso rischia 24 anni di carcere mentre tutto il mondo si indigna davanti a questa decisione.
Altri tre arresti
Ma Saba non è l’unica, è solo l’ultima in ordine di tempo perché da gennaio 2018, mese di inizio della protesta, sono state almeno 12 le persone (tra cui anche due uomini) fermate per aver rimosso pubblicamente il velo o per aver compiuto gesti di disobbedienza civile contro la politica dell’hijab obbligatorio.
Sono state 33 invece quelle arrestate tra cui a 55 anni di reclusione per i difensori iraniani dei diritti delle donne Monireh Arabshahi, Yasaman Aryani e Mojgan Keshavarz per aver rifiutato di indossare un velo.
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Il tutto tra il silenzio generale dell’Unione europea. Ad aprile, Yasaman Aryani, sua madre Monireh Arabshahi e Mojgan Keshavarz erano state arrestate per essersi tolte il velo, distribuito fiori alle donne per l’8 marzo.
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Dominella Trunfio