Smettere di sfruttare la terra, proteggere le foreste, virare verso un’agricoltura più sostenibile e cambiare urgentemente la dieta. Queste le chiavi per salvare il nostro pianeta secondo il rapporto dell’IPCC.
Smettere di sfruttare la terra, proteggere le foreste, virare verso un’agricoltura più sostenibile e cambiare urgentemente la dieta. Queste le chiavi per salvare il nostro pianeta secondo il rapporto dell’IPCC.
Se vogliamo avere qualche speranza di invertire la rotta ed evitare che il riscaldamento globale raggiunga livelli da cui non si torna più indietro c’è bisogno di azioni concrete. Già precedentemente gli esperti ci hanno avvisato: abbiamo fino al 2030 per arginare i cambiamenti climatici ed evitare le catastrofiche conseguenze del surriscaldamento che tutti abbiamo già di fronte agli occhi (vedi cosa sta accadendo in Groenlandia).
Un nuovo importante rapporto del gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC) ci ricorda come l’attività umana abbia causato, nel corso del tempo, un significativo degrado del suolo, deforestazione e distruzione di habitat naturali. Tutto ciò ha provocato il rilascio di pesanti dosi di anidride carbonica nell’atmosfera alimentando il riscaldamento globale e indebolendo la capacità della terra di assorbire CO2.
🌍 IPCC Special Report on Climate Change and Land:
Land is under growing human pressure.
Land is a part of the solution.
But land can’t do it all. #SRCCL #ClimateChange #GlobalGoalsRead more ➡️ https://t.co/J1SszBYBjS pic.twitter.com/nQgAvJkzEh
— IPCC (@IPCC_CH) August 8, 2019
Inoltre, gli incendi causati dal cambiamento climatico (vedi Siberia), lo scioglimento del permafrost e la desertificazione stanno mettendo a dura prova la terra, il che significa ancora più gas serra vengono rilasciati nell’atmosfera. Secondo gli esperti, il 23% delle emissioni di gas a effetto serra (quasi un quarto) causate dall’attività umana derivano proprio dalla deforestazione, dagli incendi e dall’agricoltura industriale.
Sostanzialmente l’eccessivo sfruttamento del suolo, e tutte le altre pratiche scorrette dell’uomo, hanno provocato i cambiamenti climatici e quest’ultimi hanno conseguenze dannose sulla salute del pianeta. Una sorta di circolo vizioso da cui è necessario uscire al più presto.
Quali azioni concrete intraprendere?
Il primo rapporto completo dell’organizzazione delle Nazioni Unite sulla relazione tra i cambiamenti climatici e la situazione della terra, suggerisce la necessità di un’agricoltura più sostenibile, di apportare modifiche alla nostra dieta e anche di ridurre gli sprechi alimentari.
Inoltre secondo il rapporto dell’Onu, le priorità degli esseri umani devono essere quella di smettere urgentemente di abbattere la foresta pluviale, degradando terreni e torbiere, il reimpianto di foreste e la protezione degli habitat. Solo impegnandosi concretamente a fare questo c’è la possibilità di frenare il riscaldamento globale e proteggere l’ambiente.
Dobbiamo proteggere e ripristinare foreste e torbiere
Le foreste e le zone umide del pianeta sono importanti pozzi di assorbimento del carbonio, ma sono state notevolmente ridotte dalle attività umane. L’IPCC avverte che la loro capacità di catturare il carbonio potrebbe continuare a diminuire se gli esseri umani non cambiano le loro abitudini e i comportamenti scorretti.
Le torbiere, una tipologia di zone umide, possono contenere carbonio per secoli (sono considerate delle vere e proprie trappole di CO2 ), ma siccità, inondazioni e incendi potrebbero scatenare il rilascio di carbonio dal suolo.
Proteggere le foreste e ripristinarle il più possibile dove già hanno subito danni, sono azioni importanti e un’ottima opportunità per evitare un’eccessiva concentrazione di carbonio nell’atmosfera.
Abbiamo bisogno di un sistema agricolo più sostenibile
L’agricoltura intensiva ha creato molti danni tra cui quello di rendere il nostro cibo più povero, riducendo la quantità di materiale organico nel terreno. In più, pesticidi e fertilizzanti hanno raddoppiato, negli ultimi 50 anni, le emissioni di gas serra (in particolare protossido di azoto).
Lo studio suggerisce inoltre che i sistemi agricoli dovrebbe puntare sulla diversificazione. I sistemi misti di seminativi e bestiame, o terreni incolti e boschivi, offrono una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici e migliorano anche le condizioni del suolo, lo stoccaggio del carbonio e la biodiversità.
Altra buona pratica che andrebbe favorita è quella di piantare alberi su terreni agricoli, nota come agroforestry, che offre diversi vantaggi.
Dobbiamo smettere di sprecare cibo e mangiare meno carne
Importante anche cambiare il nostro stile alimentare. In che senso? L’ha spiegato bene Debra Roberts, copresidente del gruppo di lavoro IPCC II, che ha contribuito alla relazione:
“Le diete bilanciate con alimenti a base vegetale, come cereali a grana grossa, legumi, frutta e verdura e alimenti di origine animale prodotti in modo sostenibile in sistemi a basse emissioni di gas a effetto serra, offrono importanti opportunità di adattamento e limitazione dei cambiamenti climatici”
Non solo quindi dobbiamo urgentemente cambiare il modo in cui gestiamo la terra e produciamo cibo ma, sostanzialmente, dobbiamo anche mangiare meno carne se vogliamo fermare la crisi climatica.
Non meno importante è l’evitare gli sprechi alimentari. Secondo il rapporto, il 25-30% di tutti gli alimenti prodotti non viene mai mangiato, mentre sono milioni le persone nel mondo denutrite. Una situazione che davvero non può essere più tollerata!
Ridurre i combustibili fossili
Altro punto importante è che concentrarsi unicamente sull’uso del suolo non basta. Bisogna eliminare gradualmente i combustibili fossili.
E’ evidente come una sola azione presa singolarmente non basti ad arginare una situazione di tale portata ed è necessario agire contemporaneamente su più fronti, appunto: produzione industriale e agricola, gestione della terra, dieta, fonti energetiche, ecc. per ottenere il risultato sperato.
E sembra che possiamo davvero farcela! Il rapporto infatti è abbastanza speranzoso, secondo gli esperti ci sono grandi opportunità per invertire la rotta.
Adesso tocca a noi. Non lasciamo che questi consigli rimangano solo parole al vento…
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Francesca Biagioli