Deungulazione: finalmente si inizia a vietare la barbara asportazione delle unghie nei gatti anche negli Usa

New York diventa il primo stato americano a vietare l’onicectomia dei gatti, ovvero l’asportazione definitiva delle unghie.

Una pratica non necessaria, crudele e spesso dolorosa. New York diventa il primo stato americano a vietare l’onicectomia dei gatti, ovvero l’asportazione definitiva delle unghie.

“New York è orgogliosa di essere la prima. Questo avrà un effetto domino”, dicono i firmati del disegno di legge diventato legge.

In Italia è vietato togliere le unghie ai gatti

In Italia, come sappiamo, i nostri amici felini sono tutelati dalla Legge 201 del 4 novembre 2010 che ha recepito in toto la Convenzione di Strasburgo, che all’articolo 10 recita: Gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi debbono essere vietati, in particolare: il taglio della coda; il taglio delle orecchie; la recisione delle corde vocali e appunto l’asportazione delle unghie e dei denti.

Adesso finalmente anche New York dice addio al declawing, appunto la pratica che prevede di togliere l’intera unghia.

“Il declawing è una procedura crudele e dolorosa che può creare problemi fisici e comportamentali per gli animali indifesi. Questa pratica arcaica sarà eliminata assicurando che gli animali non siano più sottoposti a queste procedure inutili”, ha detto il Governatore di New York Andrew Cuomo.

Una pratica inutile e dolorosa

A differenza delle unghie umane, gli artigli di un gatto sono attaccati all’osso, quindi per asportare gli artigli a un felino è necessario che un veterinario tagli i tendini e i nervi per rimuovere l’ultimo segmento di osso nelle dita delle zampe.

Il disegno di legge ha trovato la chiara opposizione di un folto gruppo di veterinari convinti che la pratica deve essere presa in considerazione quando si è in presenza di gatti che graffiano persone e mobili.

“Le decisioni mediche dovrebbero essere lasciate alla discrezione dei professionisti preparati, autorizzati e controllati dallo Stato» ha detto la società veterinaria.

Noi invece siamo convinti che amare un animale significhi soprattutto rispettarlo nella propria natura e non trasformarlo in un peluche a nostro piacimento.

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Dominella Trunfio

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