Zoomafia 2019, è allarme traffico di cuccioli e corse clandestine di cavalli

Ecco il rapporto Zoomafia 2019 che riporta dati sconfortanti, e tra le emergenze segnala il traffico di cuccioli e le corse di cavalli clandestine.

Il rapporto Zoomafia 2019, presentato anche quest’anno da Lav e giunto alla 20esima edizione, purtroppo riporta dati sconfortanti: in testa tra le emergenze del 2019 ci sono il traffico di cuccioli e le corse clandestine di cavalli. E sono in aumento, soprattutto a Milano e Palermo, le denunce verso minorenni accusati di maltrattamento con un +121% di procedimenti e +54% di indagati. Dati che però riguardano esclusivamente le denunce e non un aumento dei maltrattamenti da parte dei minori. Ma la lista non si esaurisce qui.

Continuano a essere molto diffusi i combattimenti, la cupola del bestiame, la macellazione clandestina, il bracconaggio organizzato. Seguono contrabbando di fauna esotica e pesca illegale. Basti pensare che nell’anno appena trascorso si è raggiunta la media di 26 fascicoli giudiziari al giorno, uno ogni 55 minuti, per reati che hanno come protagonisti animali innocenti, con un tasso stimato a livello nazionale di 16,07 procedimenti e di 9,64 indagati ogni 100.000 abitanti.

La maggior parte dei reati denunciati, ha dichiarato Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio della Lav, sono a carico di ignoti e purtroppo sono ancora troppo pochi quelli che vengono realmente puniti:

Se si considera poi che, notoriamente, i processi celebrati che arrivano a sentenza sono poco meno del 30 per cento, e di questi solo la metà si concludono con sentenza di condanna, i crimini contro gli animali che di fatto vengono puniti con sentenza sono solo una minima parte rispetto a quelli realmente consumati. L’auspicio è che una accresciuta consapevolezza e conoscenza di questi fenomeni illegali, possa favorire una attività investigativa e di contrasto sempre più efficace, perché il radicarsi dei fenomeni zoomafiosi nella società, o in aree di essa, è una minaccia purtroppo reale.”

I reati più contestati

Per quanto riguarda i reati più contestati, il primo posto se lo aggiudica il maltrattamento di animali, con 2727 procedimenti, il 32,85% del totale dei procedimenti registrati presso le Procure che hanno risposto all’indagine (8300), e 1830 indagati. A tal proposito l’Osservatorio Zoomafia Lav ha lanciato una petizione, #chimaltrattapaga, raccogliendo oltre 53.000 firme, con l’obiettivo di ottenere da parte del Governo e del Parlamento una normativa più completa per tutelare gli animali maltrattai e prevenirne la strage.

Seguono come reati più contestati:

  • uccisione di animali;
  • abbandono e detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura;
  • reati venatori;
  • uccisione di animali altrui;
  • traffico di cuccioli;
  • spettacoli e manifestazioni vietati;
  • organizzazione di combattimenti tra animali e competizioni non autorizzate.

Per quanto riguarda l’abbandono di animali domestici, punito dal primo comma dell’art. 727 c.p., che continua a fare decine di migliaia di vittime ogni anno, la legge non è forse abbastanza severa perché il reato spesso non viene denunciato, come ha evidenziato lo stesso Troiano:

“È una disposizione penale che rappresenta una risposta inefficace e per nulla persuasiva per un reato così diffuso. Sicuramente le difficoltà di accertamento del reato sono enormi, ma è evidente che sotto il profilo della funzione preventiva della pena la sanzione è inappropriata”.

E la stessa cosa vale per il reato di uccisione di animali, punito dall’art. 544bis del Codice penale:

“Evidentemente c’è qualcosa che non funziona nell’attività di accertamento di tali reati, sembra quasi che l’avvelenamento di cani o il suo tentativo perpetrato da ignoti non sia percepito come un reato e che sia inutile segnalarlo all’Autorità Giudiziaria.”

Dove si commettono più crimini contro gli animali

Stando al Rapporto 2019, Brescia è il luogo con più procedimenti iscritti nel 2018 per reati contro gli animali, con un totale di 486 procedimenti con 300 indagati. Tra i reati più quotati dell’area c’è il bracconaggio. La seguono:

Udine con 209 procedimenti e 145 indagati; Napoli con 197 procedimenti e 97 indagati; Milano con 173 procedimenti e 65 indagati; Verona con 169 procedimenti e 83 indagati; Roma con 167 procedimenti e 109 indagati; Firenze con 164 procedimenti e 145 indagati, Palermo, con 151 procedimenti e 117 indagati e Trento con 150 procedimenti e 91 indagati.

Savona è invece la Procura dove sono stati registrati meno reati, confermando il trend dell’anno scorso. Pochi procedimenti anche a Torre Annunziata (NA), Aosta, Gela (CL), Pistoia, Tempio Pausania (OT), Vasto (CH).

Le emergenze 2019: cuccioli e cavalli

La tratta dei cuccioli, insieme alle corse clandestine di cavalli, sono tra le emergenze del Rapporto Zoomafia 2019. Per quanto riguarda i cuccioli, si è evidenziato un crescente interesse da parte dei clan camorristici e i dati sono allucinanti: 309 cani sequestrati solo nel 2018 e 27 persone denunciate. Per non parlare dei canili “illegali” e del business sui randagi, grazie ai quali gli sfruttatori ottengono introiti sicuri ed elevati.

A proposito di cavalli, è stata confermato l’interesse di vari sodalizi mafiosi nell’ambito delle corse clandestine e negli ippodromi. I dati anche in questo caso parlano chiaro: nel 2018 ci sono stati 10 interventi delle forze dell’ordine, 5 corse clandestine bloccate, 63 persone denunciate di cui 46 arrestate, 7 cavalli sequestrati, 2 stalle sequestrate, 6 i calessi, 1 scuderia e 1 ippodromo. Inoltre 53 cavalli che hanno partecipato nel 2018 a gare ufficiali sono risultati dopati. E ulteriori sostanze vietate sono state trovate in numerosi esemplari.

Rapporto Zoomafia 2019: altri reati rilevati

Ma la lista dei reati, come dicevamo, non si esaurisce qui: continuano a essere pericolosamente diffusi i combattimenti tra animali, che tuttavia sono sottovalutati, e che coinvolgono vari soggetti, come delinquenti, teppisti di periferia, allevatori abusivi, sbandati, trafficanti di cani “da presa”, e anche la criminalità organizzata. Per contrastare il triste fenomeno, LAV ha riattivato il numero 064461206, “SOS Combattimenti”, utile per fare segnalazioni.

Seguono il traffico internazionale di animali e piante rare, che non diminuisce nemmeno nel 2018, il bracconaggio, sempre più pericoloso, anche perché collegato spesso alla criminalità organizzata, e l’ancora sconosciuto bracconaggio ittico nelle acque interne, perpetrato da pescatori di frodo. Il mare purtroppo non è messo meglio: i pescatori di frodo anche nel 2018 hanno depredato intere colonie di pesci e devastato fondali, con la complicità delle mafie.

Altro reato è la cosiddetta “Cupola del bestiame” che include, tanto per citarne alcuni, abigeato, introduzione di animali in fondo altrui, maltrattamento, macellazione clandestina, pascolo abusivo, frode, riciclaggio, traffico sostanze dopanti e via dicendo. Tutti reati accertati nel 2018 nell’ambito del commercio di alimenti animali e allevamenti.

Sempre nell’ambito prevalentemente mafioso, c’è un altro crimine diffuso, l’uso di animali a fini intimidatori, un fenomeno che purtroppo non si riesce a prevenire adeguatamente. Molto quotato anche il furto di cani di razza, di solito per ragioni economiche. Infine, la zoocriminalità minorile, frutto di una cultura della violenza e della prevaricazione, continua purtroppo a essere diffusa.

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Laura De Rosa

Fonte: Rapporto Zoomafia 2019

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