Maurice, come tutti i galli, ama molto cantare ma lo fa in maniera un po’ esagerata, almeno a detta dei suoi vicini di casa umani che l’hanno trascinato in tribunale pur di farlo smettere (attende a breve di conoscere la sua sorte). Un altro gallo, invece, è stato già condannato in Svizzera.
Maurice, come tutti i galli, ama molto cantare ma lo fa in maniera un po’ esagerata, almeno a detta dei suoi vicini di casa umani che l’hanno trascinato in tribunale pur di farlo smettere (attende a breve di conoscere la sua sorte). Un altro gallo, invece, è stato già condannato in Svizzera.
Il primo curioso episodio arriva dalla Francia e precisamente da Saint-Pierre, sull’isola di Oléron. Qui vive il gallo Maurice, che fa “chicchirichi” molte volte al giorno e troppo presto al mattino.
Le persone che abitano vicino al recinto del gallo sono particolarmente infastidite dal suo canto e, non riuscendo a chiudere la questione pacificamente con la proprietaria di Maurice, Corinne Fesseau, hanno deciso di prendere una posizione drastica nei confronti di questa situazione: denunciare il gallo alle autorità!
La coppia di pensionati che ha trascinato il gallo in tribunale non si è presentata giovedì scorso presso il Tribunal de grande instance di Rochefort che dovrà giudicare Maurice ma vi erano invece la proprietaria e molti sostenitori.
La vicenda di Maurice, infatti, è diventata un caso nazionale. Il gallo è infatti considerato il simbolo della cultura rurale minacciata e sono in tanti a difenderlo in quanto esponente dei rumori della campagna che rischiano di scomparire. Il suo destino, però, rimane ancora in sospeso: la decisione sulla sua sorte sarà presa infatti solo il 5 settembre.
Un secondo gallo, invece, è stato già condannato in Svizzera dal Tribunale dei ricorsi in materia edilizia per i suoi vocalizzi e dovrà restare in un ambiente insonorizzato per dieci ore ogni giorno.
Si tratta di un esemplare che vive nella campagna di Zurigo e che fa chicchirì tra le 14 e le 44 volte all’ora! Anche in questo caso i vicini stremati dalla faccenda l’hanno denunciato in tribunale con tanto di prove schiaccianti: le registrazioni del suo canto che, analizzate con un’app, raggiungevano gli 84 decibel.
Gli è stato dato quindi un orario per poter cantare liberamente all’aria aperta o nel suo recinto (dalle 8 alle 22 nei giorni feriali e dalle 9 alle 22 in quelli festivi) ma il resto del tempo dovrà trovarsi in un luogo chiuso e insonorizzato.
Forse non sapete che questa non è affatto la prima volta che un animale si trova al centro di un caso giudiziario. Tra i vari casi il più curioso è avvenuto nel 2008 in Macedonia dove un orso è stato riconosciuto colpevole di aver rubato del miele. Poiché si trattava di una specie protetta, il National Parks Service ha dovuto risarcire l’apicoltore.
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Francesca Biagioli