Il Brasile ha esportato milioni di polli infetti da salmonella nell’Ue (Italia compresa)

Un quinto delle esportazioni brasiliane di pollame sarebbero contaminate dalla salmonella, batterio che può causare un pericoloso avvelenamento da cibo. A dirlo è un’indagine del Guardian.

Un quinto delle esportazioni brasiliane di pollame sarebbero contaminate dalla salmonella, batterio che può causare un pericoloso avvelenamento da cibo. A dirlo è un’indagine del Guardian.

Almeno 1.359 tonnellate di pollo contaminato (circa 1 milione di polli) sono state spedite dal Brasile al Regno Unito a partire dall’aprile 2017. Ma le carni contaminate da salmonella sono arrivate in realtà in più di una dozzina di paesi dell’Ue, tra cui Francia, Germania, Spagna, Belgio, Irlanda, Paesi Bassi e anche Italia.

A rivelare questi dati sconcertanti è un’indagine di The Guardian, del Reporter Brasil e del Bureau of Investigative Journalism.

Il Brasile è il più grande esportatore di pollo surgelato nel mondo (con più di 4,3 milioni di tonnellate di pollo all’anno) ma questo business non sarebbe sicuro per i consumatori. Diversi controlli hanno infatti trovato batteri di salmonella nelle viscere di un alto numero di animali.

I polli avrebbero preso l’infezione attraverso i mangimi, all’interno degli allevamenti o tramite le feci durante il trasporto ai macelli. In più macellazione e lavorazione avrebbero contribuito a diffondere ancor più l’infezione.

Ricordiamo che l’avvelenamento da salmonella può essere particolarmente rischioso in particolare per bambini, anziani e persone malate.

Il capo dell’autorità brasiliana per la sicurezza alimentare ha ammesso che il tasso di contaminazione del paese è troppo alto:

“L’Europa è un passo avanti a noi per quanto riguarda il controllo della salmonella”

L’Ue, in effetti, ha avviato da circa 10 anni un importante programma di riduzione della salmonella relativamente agli allevamenti di pollame domestici. Nel Regno Unito, alti standard e stretto monitoraggio, hanno fatto sì che i tassi di salmonella oscillassero dall’1,5% al 2,2% tra il 2013 e il 2017, secondo la Food Standards Agency (FSA).

Al contrario, gli standard alimentari brasiliani registrano tassi di salmonella molto più alti, secondo la professoressa Bernadette de Melo Franco, esperta di sicurezza alimentare presso l’Università di San Paolo:

La frequenza di rilevazione della salmonella nel pollame brasiliano è del 20%, il che significa che un uccello su cinque risulta positivo”

Alexandre Campos da Silva, che coordina le ispezioni di carne per il governo brasiliano, ha dichiarato che “non è un rischio” per la salute umana perché i batteri vengono uccisi nel processo di cottura. Tuttavia, si sottovaluta il fatto che la salmonella può essere contratta nel momento in cui si entra in contatto o si maneggia il pollo crudo.

La reputazione dell’industria della carne brasiliana ha subito negli ultimi anni gravi danni. Uno scandalo noto come Operation Weak Flesh è scoppiato nel marzo 2017: alcuni ispettori in Brasile sono stati accusati di aver ricevuto tangenti in cambio del via libera al commercializzare carne scadente, compresi alcuni polli contaminati con salmonella.

L’Ue ha temporaneamente bloccato le esportazioni di pollo da alcune fonti brasiliane e ha aumentato significativamente i controlli alla frontiera. Altri paesi hanno seguito l’esempio.

Tuttavia, i dati dell’indagine hanno rilevato che la carne contaminata da salmonella proveniente dal Brasile continua ad arrivare alle frontiere dell’Ue dove, la gran parte, viene rispedita al mittente. Si teme però che molta altra, invece, riesca ad entrare e quindi che i dati sulla contaminazione da salmonella siano in realtà ben più alti.

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Francesca Biagioli

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