Si è schiantato nel cuore del mar dei Caraibi, nei cieli a sud di Porto Rico. Un asteroide si è scontrato con la nostra atmosfera e parte dei suoi resti sono finiti in mare. Ma non è finita. A breve avremo altre visite
Si è schiantato nel cuore del mar dei Caraibi, nei cieli a sud di Porto Rico. Un asteroide si è scontrato con la nostra atmosfera e parte dei suoi resti sono finiti in mare. Ma non è finita. A breve avremo altre visite.
Ad avvistarlo e immortalarne il tutto è stato il satellite meteorologico Goes-16 dell’agenzia americana per l’atmosfera e gli oceani (Noaa). La roccia spaziale ha attraversato il cielo di Porto Rico per finire in mare. L’ingresso del piccolo asteroide nell’atmosfera si è verificato sabato 22 giugno, alle 17:25 circa ora locale, 274 km a sud dell’isola. Secondo i dati forniti dalla Società astronomica dei Caraibi (SAC), il suo diametro era tra i 4 e i 7 metri.
“A quanto pare è stato un evento impressionante”, ha detto Frankie Lucena, esperto di meteore che ha studiato l’evento insieme alla Società di astronomia dei Caraibi.
Secondo Eddie Irizarry, vicepresidente della Sac, anche se ogni giorno entra materiale spaziale nella nostra atmosfera, fortunatamente gran parte delle rocce più grandi si disintegra per via dell’attrito.
Eppure l’evento che ha recentemente coinvolto i Caraibi è stato rilevato anche da stazioni di infrasuono distanti come quelle delle isole Bermuda. Le analisi suggeriscono che l’impatto dell’asteroide abbia generato un’esplosione nell’atmosfera con un’energia equivalente a 3 e 5 kilotoni di TNT.
Dalle successive analisi condotte dall’Osservatorio Atlas alle Hawaii è emerso che l’asteroide di Porto Rico era una vecchia conoscenza, nota come “2019 MO”. Gli studi della sua orbita confermano che si trattava proprio dello stesso oggetto. Secondo i calcoli del JPL della Nasa, la roccia spaziale viaggiava a una velocità di 57.600 kmh.
Non è escluso che qualcuno, presente in quel momento, vicino alla costa sud dell’isola possa aver avvertito il suono di un’esplosione. Il corpo celeste potrebbe anche essere stato visto come se fosse una meteora “diurna”.
In arrivo altri quattro asteroidi
Anche se difficilmente questi corpi finiranno sulla Terra, rimangono comunque osservati speciali vista la breve distanza dal nostro pianeta. Si tratta di milioni di km, quindi secondo gli scienziati essi passeranno senza arrecare alcun danno.
In tutto, secondo quanto segnalato dalla Nasa, saranno quattro gli asteroidi che nel corso dei prossimi giorni si avvicineranno particolarmente alla Terra:
Il primo si chiama KV2 2008 e ci farà visita il 27 giugno, quando raggiungerà la distanza minima di 6,7 milioni di chilometri. Si tratta di un vero e proprio colosso visto che il suo diametro si aggira sui 330 metri, pari a 3 campi di calcio. Si tratta di una vecchia conoscenza, da tempo monitorata dagli scienziati.
Il secondo asteroide sarà 2016 NN15 e sta viaggiando verso di noi a una velocità di circa 30.000 kmh. Esso raggiungerà la distanza minima dalla Terra il 28 giugno ma le sue dimensioni sono decisamente inferiori, con un diametro stimato di 26 metri.
Il 29 giugno toccherà poi a 2019 LV1, in viaggio a 23mila kmh e con un diametro di circa 40 metri. Nonostante sia il più lento del quartetto, sarà anche quello che si avvicinerà di più alla Terra. Quel giorno infatti si troverà a meno di 2 milioni di km da noi.
Infine, domenica 30 giugno sarà la volta di 2015 XC352, che arriverà a una distanza di 4,5 milioni di km. Il suo diametro è di tra 19 e 43 me e viaggia a una velocità di 4,10 chilometri al secondo.
Per fortuna nessuno di loro desta preoccupazione ma sarà un week end all’insegna delle visite cosmiche.
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Francesca Mancuso