Mare inquinato e sporco in Campania: la Procura apre inchiesta per disastro ambientale

Mare sporco sul litorale domitio-flegreo: nel mirino dei magistrati il mal funzionamento dei depuratori e diversi imprenditori.

Mare sporco e melmoso, acqua marrone, presenza di schiuma e rifiuti galleggianti: non è decisamente un bello scenario quello che si è profilato negli ultimi giorni davanti agli occhi dei bagnanti del litorale domitio-flegreo, in Campania.

Tutto avrebbe origine da scarti industriali e si parla di vero e proprio disastro ambientale: almeno è questo il perimetro in cui si sta muovendo la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha aperto un’inchiesta destinata a far emergere una volta per tutte il mal funzionamento dei depuratori, interessando soprattutto il tracciato dei Regi Lagni (i Regi Lagni sono un reticolo di canali rettilinei, perlopiù artificiali, il cui bacino attraversa le province di Caserta, Avellino, Napoli e Benevento).

È così si è avviato un sequestro preventivo d’urgenza per il collettore del Consorzio Asi di Caserta, in località Pozzo Bianco a Marcianise: secondo quanto emerso, le acque reflue e gli scarti di lavorazione delle aziende che insistono sulla zona industriale, tra le quali il centro orafo Tarì e la Ifis Spa, sarebbero state smaltite in maniera del tutto illecita attraverso il collettore che scarica prima nel canale Saglianico e poi nei Regi Lagni, in assenza di autorizzazioni e di trattamento di depurazione.

Le indagini sono state avviate dopo una serie di accertamenti dell’Arpac che avrebbero rilevato valori alterati di escherichia coli, azoto nitroso e azoto ammoniacale.

Risultano indagati il presidente del Consorzio Asi e i rappresentanti legali delle aziende ritenute responsabili degli scarichi illeciti, che avrebbero cooperato colposamente in violazione del principio di precauzione e prevenzione.

Contestato anche l’illecito amministrativo di “responsabilità amministrativa degli Enti” per l’ingiusto profitto conseguito nel non chiedere la prevista autorizzazione ambientale per lo scarico aperto abusivamente.

Il mare di tutte le province campane

Secondo quanto si apprende dall’ultima nota dell’Arpac Campania del 22 giugno, la schiuma rilevata in prossimità della foce del Volturno, non presenta situazioni anomale, mentre nel caso delle schiume presenti in corrispondenza della Darsena Coppola, in prossimità della Foce dei Regi Lagni, sono stati superati i valori limite dei parametri batteriologici indicatori di inquinamento fecale ed  è stata riscontrata una concentrazione molto elevata di microalghe appartenenti alla classe delle Euglenoficee (non sono tossiche, ma tipiche di acque dolci molto ricche di sostanze organiche dove possono anche dar luogo a fioriture di colore verde o rosso).

Relativamente alle acque di balneazione della Provincia di Napoli, si sono avuti superamenti dei valori limite nelle acque adiacenti il Collettore di Cuma (nel Comune di Pozzuoli).

Nel Comune di Napoli, invece, nelle acque prospicienti via Partenope, è stato uno sforamento dei limiti microbiologici con assenza di tensioattivi. Una situazione che dovrebbe destare particolare attenzione è, invece, quella riscontrata ad Ischia (nel Comune di Serrara Fontana) dove, nella località di S. Angelo, permane ormai dal 10 giugno una situazione di non conformità dei parametri microbiologici nei numerosi prelievi effettuati. Sono in corso ulteriori indagini da condurre (in collaborazione con l’amministrazione locale) al fine di individuare e rimuovere le cause che hanno determinato l’inquinamento fecale di tali acque.

Lungo la costa della Provincia di Salerno, sono stati rilevati “superamenti dei valori batteriologici nei Comuni di Battipaglia, Pontecagnano, Cetara e Ravello. Per le acque afferenti ai due primi comuni permangono le criticità relative alla vicinanza delle Foci dei fiumi Tusciano e Picentino”, mentre le acque di Cetara e Ravello risentono ancora, probabilmente, delle abbondanti piogge che del mese di maggio.

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Germana Carillo

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