Cari amici di “C’era una volta…”, la fiaba che leggerete oggi mi piace davvero tanto!
È scritta dalla talentuosa Geremina Leva, giovane scrittrice di fiabe.
E se un certo Cappellaio non amava festeggiare i Compleanni…dopo aver letto questa fiaba sono certa che ripenserete al vostri compleanni passati e sorriderete con gran tenerezza!
Buona fiaba a tutti…
C’era una volta un castello molto affollato. Vi abitavano infatti il re e la regina, il principe e la principessa, il mago e la strega, gli gnomi e le fate. Ognuno con il suo seguito di amici, nemici, parenti e conoscenti.
Peccato però che nessuno vi potesse entrare perché era chiuso e apriva le porte una sola volta all’anno.
E cioè, il giorno del compleanno.
«Il compleanno di chi?» chiede Carletta alla mamma «Ma il tuo naturalmente».
Carletta ne è molto felice ma chissà quanto mancherà al giorno del suo compleanno.
Così ogni mattina appena sveglia, corre dalla mamma e le chiede:
«Mamma è oggi? È oggi il giorno del compleanno?»
«No» risponde la mamma «Non è oggi»
E tutti i giorni, proprio tutti, Carletta chiede:
«E’ oggi mamma? È oggi il giorno del compleanno?»
La mamma raccoglie allora una grossa margherita e dice a Carletta:
«Il giorno in cui non sarà rimasto nemmeno un petalo, sarà il giorno del compleanno»
«Oh che bello!» pensa Carletta «Quel giorno il castello aprirà le porte»
Passano i giorni e i petali e finalmente il compleanno arriva.
«URRÁ’, URRÁ» grida Carletta «Finalmente! Oggi apre il castello». Esce di corsa e con un gran fiatone arriva davanti all’enorme portone. Qui però è tutto chiuso. Catene, chiavistelli, lucchetti, non c’è modo di entrare. Pensa allora di suonare il bel campanello dorato.
Dopo qualche minuto, risponde il maggiordomo:
«Chi suona?»
«Sono Carletta, quando apre il castello?»
«Beh che domanda! apre il giorno del compleanno, lo sanno tutti»
«Ma è oggi, è proprio oggi! La margherita ha finito tutti i petali». Risponde Carletta.
Dall’altra parte si sente tossicchiare e borbottare:
«Bene bene signorina, torno subito!»
Carletta si siede a terra ad aspettare.
Intanto il maggiordomo dentro il castello, inizia a correre, entrando, uscendo da tutte le stanze e urlando a squarciagola: «Signori! Signori! Presto! è arrivato il giorno, il giorno del compleanno!»
E mano a mano che passa si sentono boati, sbadigli, chiavistelli che girano, motori che ripartono. Il maggiordomo arriva davanti al re, che sta finendo di sistemarsi la corona in testa e gli dice:
«Perbacco! ma non si era accorto che l’orologio si era fermato? Guardi è fermo all’anno scorso»
Oh che disastro, il maggiordomo no, che non se n’è accorto e insieme a lui tutti gli altri.
«Cosa facciamo adesso Sua Maestà? Non possiamo certo farla entrare con questa confusione e con niente di pronto!»
«Certo, certo che no» concorda il re «Ma va, va e prendi tempo. Dille che per aprire il castello deve portare un cesto di…di…di noci, ecco si, di noci»
E così il maggiordomo corre al citofono e dice:
«Bambina, hai portato le noci?»
«Le noci?» ripete Carletta «No, non ne ho»
«Eh, eh no » continua a dire il maggiordomo.
«E’ un problema, se non hai le noci non posso aprire, proprio no!»
E allora Carletta corre a casa e chiede alla mamma dove trovare delle noci e la mamma la manda nel bosco. Corre corre Carletta nel bosco e raccoglie in un battibaleno un bel cestino di noci con guscio.
Torna quindi al castello. Suona: «Ecco, ho portato le noci. Adesso apre il castello?» chiede Carletta.
Il maggiordomo non risponde e corre dal re.
Nel castello intanto, c’è un gran baccano. Piatti, posate, pendoli, poltrone, tavoli, tutti portano tutto, chi va chi viene, chi sale, chi scende. Non ci si raccapezza più!
Il maggiordomo corre a zig zag tra tutti e arriva dal re che sta in quel momento finendo di lucidare il trono. E con un gran fiatone gli dice:
«Sua Altezza, è tornata e chiede di aprire. Che facciamo? Siamo pronti?»
E il re gli risponde: «Ti sei guardato intorno? Ti sembra tutto pronto? No, che non lo siamo. Va, va e prendi tempo e dille che per entrare deve avere…avere…vediamo…che deve avere? Ah si! deve avere uno scialle con cappuccio rosso, ben rosso»
Il maggiordomo, riprende fiato ed esce, sempre di corsa ovviamente.
«Ehi bambina, sei ancora lì?»
E Carletta che si è un po’ assopita: «Certo, certo che sono qui»
«Ce l’hai lo scialle col cappuccio rosso?»
«No, non ce l’ho lo scialle. Ho una giacca blu»
«Eh no, no non ci siamo. Per entrare devi avere lo scialle rosso, col cappuccio anche eh!»
E Carletta corre a casa della nonna, ma la nonna non ha uno scialle rosso e così glielo fa, con i ferri e con la lana e in una battibaleno lo scialle è pronto. Corre al castello e suona: «Apre adesso il castello?»
Il maggiordomo non risponde e corre dal re.
«Sua maestà lo scialle, lo scialle è lì» il maggiordomo è sfinito, non si capisce nemmeno quello che dice ma il re ha ben capito lo stesso.
«Acciderboli! Mancano gli ultimi ritocchi e saremo pronti. Intanto va, va, prendi tempo e dille che per entrare servono…servono…ecco si, delle scarpette di cristallo»
«Bambina?» dice di nuovo il maggiordomo a Carletta «Ce l’hai le scarpette di cristallo?»
Carletta si guarda gli stivaloni verdi che mette quando piove e allora, senza neanche sentirselo dire, corre a casa, dalla mamma o dalla nonna? No, sicuramente la nonna non ha scarpe di cristallo, dalla mamma allora, che sì, le ha, ma non del suo numero. Carletta inizia a piangere anche perché sta per arrivare la sera e questo vuol dire che il giorno del compleanno sta per finire. Allora la mamma le suggerisce di mettere del cotone nella punta delle scarpe così da poterle indossare lo stesso. Visto che è un’ottima idea, Carletta mette le scarpe e corre al castello.
Suona e chiede sfinita: «Ho le scarpe di cristallo. Apre adesso il castello?»
Il maggiordomo le guarda i piedi dallo spioncino e disperato corre dal re.
«Sua maestà, sua maestà ci siamo. Anche le scarpe di cristallo. Ha praticamente tutto»
«Ha trovato anche le scarpe di cristallo? » esclama la regina «Ma dove le avrà trovate? Cenerentola se le sarà perse un’altra volta?»
Tutto intorno nel castello è comunque pronto. Chi mangia, chi balla, chi suona, chi canta, chi ride.
«Apri pure!» sentenzia il re.
Il maggiordomo corre al cancello e per grande stupore e meraviglia di Carletta, le grandi porte si spalancano.
Appena entrata, tutti fanno silenzio e vedendo Carletta esclamano: «Ooohhh!»
Poi le fanno largo, il re e la regina la prendono sottobraccio e la portano davanti ad un grandissimo orologio.
Questo orologio ha ore, minuti, secondi, giorni, mesi, anni e sotto due cavalieri muovono una pesante ruota per farlo girare e far passare il tempo.
Il re allora dice: «Carletta il prossimo giro è per te»
E mentre i cavalieri girano con gran fatica, il re e la regina recitano:
«Sogna oggi
Sogna domani
Senza dormire
Senza mentire
Ricorda sempre
Dimentica mai
I giorni felici
E quanti anni hai»
L’anno passa dal numero 6 al 7 ed è gran festa. Palloncini, fischi, dolci, caramelle. Tutti applaudono e le dicono «Buon Compleanno!». Una fatina le toglie lo scialle e le grandi scarpe di cristallo e le fa indossare un vestito di ricci e scarpe della sua misura in paillette dorate.
Dopo grandi divertimenti, risate e canzoni, arriva la sera e la festa finisce. Carletta ringrazia, saluta e se ne va. Arrivata al portone, una fatina le dà una bacchetta magica e una filastrocca da leggere ad altissima voce:
«Cerchi d’argento
lancette a colori
matite pastelli
gessetti acquerelli.
Racconto e disegno
riscrivo e ritaglio
per sempre restate
nel mio compleanno»
Dette queste parole, il castello e tutto quello che aveva dentro e intorno si accartoccia. A Carletta viene da piangere ma vede che a terra è rimasto un libro, un libro piccolissimo, minuscolo, microscopico. Lo apre e trova tutti lì, il castello e tutto ciò che aveva dentro e intorno.
«All’anno prossimo!» le sussurra il maggiordomo dal citofono a pagina 10.