L'ammorbidente è fondamentale per la lavatrice, ma è bene che sia ecologico o autoprodotto con alternative naturali: no all'aceto, sì all'acido citrico, parola di esperto!
Quando parliamo di “cose naturali” non dobbiamo dare per scontato che vadano bene per qualunque situazione. È sempre giusto valutare come utilizzarle al meglio, per trarne i massimi benefici e per non incorrere in spiacevoli inconvenienti. È il caso del lavaggio dei capi in lavatrice e dell’uso che molte persone fanno dell’aceto, in quanto rimedio naturale alternativo all’ammorbidente.
È scontato il fatto che la grande maggioranza degli ammorbidenti in commercio sia così fortemente inquinante, a causa soprattutto della presenza di profumi, da indurre molti a pensare, compresa me, di poterne fare tranquillamente a meno.
Quello che però non è così scontato è la scelta della sua alternativa naturale: quanti di voi usano l’aceto al posto dell’ammorbidente? Scommetto molti o comunque molti hanno sentito dire che è un’ottima alternativa.
E invece dalle parole di Fabrizio Zago: chimico industriale, tecnico esperto della chimica amica dell’ambiente, l’aceto non sarebbe l’alternativa migliore.
Anzi, a causa della capacità altamente corrosiva dei metalli, creerebbe non solo danni alla lavatrice, letteralmente consumandola nel tempo, ma darebbe anche vita a forme di sensibilizzazione della pelle, dovute alla liberazione del nichel nell’aqua di lavaggio e sui vestiti, causata appunto dalla corrosione del metallo del cestello.
Allora direte voi e dicevo anch’io: facciamo a meno dell’ammorbidente.
Invece, secondo Zago, questo sarebbe un grave errore, perché?
Perché il capo lavato in lavatrice, solo con un detersivo dal pH intorno al 10, quindi senza ammorbidente, acquisterà anch’esso un pH simile e indossare sulla pelle un tessuto con un pH così basico, quando il nostro è intorno al 5,5, non potrà certo farci bene, anzi potrebbe portare a dermatiti o sensibilizzazioni più o meno importanti.
Un tessuto “trattato” invece con un ammorbidente, che ha pH acido, avrà un pH neutro, perché neutralizzato dall’acidità dell’ammorbidente.
Questo non vuol dire che dobbiamo per forza usare un ammorbidente qualsiasi, ma un ammorbidente eco compatibile sì, cioè senza profumo o con profumi privi di allergeni e biodegradabili e con ingredienti attivi di origine vegetale.
Oppure un’alternativa naturale decisamente più valida dell’aceto è l’acido citrico, meno corrosivo e più economico, sotto forma di polvere (reperibile online)
Zago suggerisce di creare una soluzione con acido citrico al 10/15% per “neutralizzare” i tessuti: riportarli cioè ad un pH neutro, simile a quello della pelle ed aiutare anche contro il calcare.
Per trovare la giusta dose di soluzione per un lavaggio, bisogna cominciare con un dosaggio di circa 100 ml e, dopo aver misurato il pH del tessuto bagnato a fine lavaggio con le cartine tornasole, eventualmente aggiustare la dose. Più soluzione di acido citrico usiamo, più il pH diventa acido.
Il pH adatto perché un tessuto sia compatibile con la nostra pelle dovrebbe essere intorno a 6.
Io sicuramente ci proverò e voi?
Per chi volesse sentire le parole di Fabrizio Zago, vi lascio ad un breve video