Quante volte, leggendo la fiaba della buonanotte ai nostri figli, abbiamo ripensato alla stessa scena vissuta anni prima da noi? Le stesse emozioni, le stesse faccine incuriosite, gli stessi occhietti assonnati ma desiderosi di sapere, le stesse acerbe ma attentissime orecchie…
Beh, proprio qualche giorno fa, mi è ricapitata tra le mani, una mini raccolta di fiabe datate 1984. Una vera chicca di quegli anni, targata Disney.
Un vero e proprio tuffo nel passato per il bambino con gli occhioni sgranati e pieni di curiosità che è ancora dentro ognuno di noi…
Caratteristica distintiva dei buffi protagonisti di queste fiabe è la loro sembianza: sono dei simpatici incroci di animali. Ad esempio, nel primo racconto leggeremo le rocambolesche avventure del simpatico Apilone, un’animale a metà tra un leone e un’ape, con tanto di criniera rosa e antenne. Nel secondo racconto invece, ritroviamo un grazioso ippopotamo blu, dalle lunghe orecchie e coda da coniglio.
Ma adesso, leggiamo insieme “APILONE e la febbre dell’oro”.
In un tardo mattino assolato Apilone ed Eleguro, si dirigevano al ristorante per pranzare,
“Apilone” fece Eleguro, “non ti pare che stiamo correndo un po troppo?” Apilone si girò per rispondere e non si accorse che erano arrivati sulla porta del ristorante.
“VUM!Ci si infilò dentro a tutta birra: che disastro ragazzi! La cameriera arrivò subito col conto dei danni dicendo: “chi rompe paga!” e sventolò una lunga lista. La cifra, naturalmente, era astronomica! I soldi di Apilone però, erano appena sufficienti.
Adesso il suo portamonete era completamente vuoto. “Ecco sfumato il pranzetto!” sospirò Eleguro. “Niente affatto!” ribattè caparbiamente Apilone. Andrò da Rinobert e mi farò prestare del denaro. “E’ sempre pieno di soldi lui!”
Rinobert, tranquillo e sereno davanti alla banca, stava ingannando l’attesa di passeggeri lustrando il suo taxi.
“Ciao Apilone!”
”Salve Rinobert! Senti, mi presteresti un po’ di soldi?”
”Certo! Infila la mano nel mio giubbotto!” Apilone ubbidì e SNAP! Qualcosa gli morse un dito! Era una trappola di denti finti. “Ci sei cascato anche tu Apilone!” disse divertito Rinobert, ridendo di gusto.
“Molto divertente! Ma adesso ti dispiacerebbe liberarmi la mano da questo aggeggio infernale e ascoltarmi?
Apilone se ne andò coi soldi che Rinobert gli aveva prestato e iniziò il suo giro col taxi. Non si accorse però che, mentre se ne stava fermo davanti alla banca, una guardia che caricava i sacchi di soldi in un furgone blindato, aveva per un attimo posato un paio di sacchi di denaro sul sedile posteriore del suo taxi.
Nel frattempo al ristorante, Eleguro stava terminando un pranzo luculliano. Apilone arrivò giusto in tempo per pagare il conto e…per restare al verde di nuovo!
“Guarda, guarda” disse Eleguro “un osso di pollo!” vediamo da che parte si spezza ed esprimiamo un desiderio!”
“Desideriamo tanti soldi!” fecero naturalmente in coro i due bricconi.
Apilone ed Eleguro uscirono dal ristorante proprio nel momento in cui Rinobert, a cento all’ora, passava lì davanti col suo taxi. Una buca, un sobbalzo e i due sacchi pieni di soldi caddero proprio in testa al fortunato Apilone…
“Ehi!” esclamò Apilone “sono ricco! Il mio desiderio si è avverato! Adesso rimborserò Rinobert e poi mi resteranno da spendere tanti, tantissimi soldi! Sono ricco gente! Sono straricco! Sono miliardario!” continuava ad esultare l’ignaro Apilone, ma una brutta sorpresa lo attendeva dietro l’angolo…
Continua…