Trucchi per un trasloco low cost e senz’auto

Traslocare a piedi e senza spendere un soldo (o quasi) è un'arte per moderni nomadi che tanto ha a che fare col saper condividere

Ci risiamo, tra pochi giorni lasceremo Friburgo per tornarcene a Bolzano, e questa volta sembra che sarà quella definitiva, almeno per qualche anno!

Negli ultimi tre anni abbiamo vissuto come moderni nomadi, in continuo movimento tra Italia e Germania, alla continua ricerca di pratiche di vita alternative e sostenibili, di modi di lavorare differenti che ci lasciassero spazio per vivere la nostra famiglia e i nostri desideri personali.

Posso dire che in tutto questo peregrinare, siamo diventati davvero esperti nell’arte del trasloco. I nostri traslochi sono ormai a costo zero e senz’ auto.

Siamo partiti sei mesi fa con due valige e un passeggino, con un pullman di linea, fiduciosi di trovare in poco tempo ciò di cui avremmo avuto bisogno per vivere questi sei mesi a Friburgo.

1. La ricerca della casa: una cosa che ci interessa molto nei mesi che trascorriamo all’estero, è trovare in altri luoghi esperienze replicabili sul nostro territorio. Insomma, dal globale al locale!|Ci interessano soprattutto esperienze di vita comunitaria o di condivisione, come può essere la vita in un cohousing in città. Prima di partire ci informiamo sempre rispetto ai progetti in corso nei luoghi dove stiamo migrando e prendiamo contatti diretti con essi. Qui a Friburgo abbiamo vissuto in un prgoetto di cohousing che fa parte della rete Miethauesersyndikat, che connette diversi progetti abitativi in tutta la Germania. Abbiamo imparato molto su come si può finanziare in modo cooperativo ed inclusivo l’acquisto di un edificio, e per questo dobbiamo ringraziare il progetto im Gruen 8 per averci accolti.

2. La ricerca dei mobili: credo che gli oggetti raccontino storie, le storie di chi li ha vissuti ed utilizzati. Non sento l’esigenza di avere cose nuove per arredare la mia casa, ma molto di più mi piace che gli oggetti vivano, che possano essere utilizzati e continuare ad avere un utilizzo passando di mano in mano. Per quanto concerne i mobili, la cosa più comoda è sicuramente rilevarli dall’inquilino precedente, se siamo in una casa in affitto. Questo ci risparmia faticosi trasporti e montaggi. E se l’inquilino precedente non ha il nostro stile, con un po’ di colore e creatività si può sempre rimediare.

3. Utensili per la casa: se si trasloca con due valige, mancheranno sicuramente all’appello oggetti quali cavatappi, stenditoi, bacinelle…:Al primo mercato delle pulci ci si potrà procurare tutto il necessario ad un prezzo molto basso. Inoltre in molte città tedesche e anche ormai in alcune italiane, esistono dei free shopsv, cioè dei luoghi dove è possibile prendere gratuitamente oggetti e vestiti. Chi vuole disfarsi dei propri oggetti li porta e chi ne ha bisogno li prende. È un bellissimo processo di collettivizzazione (commoning) delle risorse! Ci sono così tanti oggetti sulla terra che mi chiedo perché continuiamo a produrne! Inoltre per chi utilizza internet e i social media, è possibile cercare un gruppo locale di share and care, cioè di dono di oggetti vari (vestiti, utensili, mobili). Vi sono anche numerosi portali online, basta cercare un po’. In Italia, per esempio, esistono i gruppi “Te lo regalo se vieni a prenderlo”, oppure esiste il network Freecycle, che attraverso mailing list consente di donare o cercare oggetti

4. Vestiti: per i vestiti vale lo stesso discorso come sopra, e cioè mercato delle pulci, dono e…swap party. Si tratta di momenti di scambio, dove in un’atmosfera di festa ci si può privatamente scambiare vestiti. Ne vengono organizzati anche in Italia. Per quanto riguarda i vestiti, però, traslocare significa per me anche attuare una riflessioni sui bisogni: “di che cosa ho veramente bisogno?”. Con Michael, il mio compagno, abbiamo ormai adottato la regola del tre: tre maglioni, tre paia di pantaloni e così via…almeno per iniziare. Per esperienza so anche che i vestiti si accumulano velocemente!

5. E quando me ne vado? Lasciare un luogo e un appartamento è per me allo stesso tempo un momento triste e di festa. La casa inizia a svuotarsi e si crea un’atmosfera da campeggio, dove tutto è un po’ per aria. Quando me ne vado da un posto, mi assicuro che gli oggetti possano trovare una nuova vita, per evitare di inquinare dovendo smaltire materiali che hanno creato un’impronta ecologica nel processo di produzione, vendita, utilizzo. Alcune cose le vendo, molte le regalo. In questi giorni c’è stato un via vai di persone che venivano a prendere letti, lampade, tavolini. C’era un quadro con due angioletti nudi, appartenuto alla signora che abitava prima di noi nell’appartamento. A noi non piaceva, e lo avevamo rinchiuso in uno sgabuzzino. Ieri è venuto un ragazzo a prenderlo, era molto felice, sarà un regalo per la sua mamma! Una coppia di ragazzi appena andati a vivere insieme, anche loro traslocatori a piedi, si è portata via uno scaffale; una ragazza cinese nata in Australia, qui a Friburgo perché musicista, dormirà nel nostro letto, mentre poltrona e divano sono migrati anche loro a piedi nella stanza di un collega.

Gli oggetti ci raccontano delle storie e condividere in senso lato è qualcosa che sempre mi rallegra e mi fa ancora avere fiducia negli esseri umani!

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