Aria inquinata? In attesa di piantare alberi, l’ossigeno torna con le foglie biosolari, pannelli fotovoltaici con microalghe che, oltre a purificare i nostri polmoni, creano cibo. La tecnologia, sviluppata da Arborea in collaborazione con l’Imperial College di Londra, promette di funzionare addirittura meglio delle piante
Aria inquinata? In attesa di piantare alberi, l’ossigeno torna con le foglie biosolari, pannelli fotovoltaici con microalghe che, oltre a purificare i nostri polmoni, creano cibo. La tecnologia, sviluppata da Arborea in collaborazione con l’Imperial College di Londra, promette di funzionare addirittura meglio delle piante.
Tecnologia umana ma che utilizza processi naturali, primo tra tutti la fotosintesi clorofilliana, quell’incredibile meccanismo con il quale i vegetali, alla luce, assorbono acqua e anidride carbonica e producono zuccheri e ossigeno. Ma abbiamo creato luoghi sempre più inquinati, rilasciando in atmosfera gas serra ed eliminando l’unica fonte di ossigeno gratis che abbiamo. E ora non abbiamo più tempo.
Arborea ha dunque sviluppato un innovativo sistema di coltivazione che facilita la crescita di piccole piante, come microalghe, diatomee e fitoplancton, su grandi strutture simili a pannelli solari che possono essere installati su terreni, edifici e altre superfici per migliorare la qualità dell’aria circostante.
Basandosi sulla fotosintesi, il sistema di coltivazione può rimuovere l’anidride carbonica e produrre ossigeno respirabile. E con una marcia in più, promettono gli scienziati: il sistema farebbe tutto questo, infatti, a una velocità equivalente a cento alberi dalla superficie di uno solo, producendo anche una fonte sostenibile di biomassa organica da cui Arborea estrae additivi alimentari nutrienti per prodotti alimentari a base vegetale.
Foto: Imperial College London
Piante artificiali super efficienti? Idea di per sé non nuova. Proprio recentemente (ma non è l’unico sistema) due giovani italiani hanno lanciato delle tende innovative che producono ossigeno ed eliminano l’anidride carbonica sfruttando la luce del giorno, in grado di formare una vera e propria “cortina urbana” che purifica l’aria e produce biomassa riutilizzabile. E che si basa proprio sul lavoro delle microalghe.
La tecnologia di Arborea, però, stando alle parole degli ideatori, fa un passo in più: non solo assorbe anidride carbonica e rilascia ossigeno, ma rende disponibile nutrienti per prodotti alimentari, cibo vero.
Foto: Arborea
Il progetto pilota è pronto a partire da Londra, la città dove è nato e che qualche problema di inquinamento, indubbiamente, ce l’ha. E che non a caso da qualche tempo sta promuovendo delle azioni di contenimento dei disastri ambientali compiuti finora.
L’Imperial College della capitale inglese, dunque, collaborerà con Arborea a sostegno del suo impegno a mitigare l’impatto ambientale del suo sviluppo e fornirà finanziamenti alla società per facilitare lo sviluppo del sistema di coltivazione sul sito sud dell’Imperial White City Campus South.
Ma non solo tecnologia, anche educazione ambientale: il pilota infatti mostrerà come l’innovazione affronta ora anche le questioni ambientali e sociali in condizioni di lavoro reali, con l’obiettivo di diventare il fulcro di attività di sensibilizzazione con gli studenti delle scuole della città.
Sperando, comunque, che piantare gli alberi nelle città resti la soluzione definitiva.
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Roberta De Carolis