Addio a Iroso, ultimo mulo degli Alpini veneti

Morto l'ultimo mulo alpino, Iroso.

Aveva 40 anni ed era quasi un’istituzione: le truppe alpine dicono addio a Iroso, l’ultimo mulo affidato loro in dotazione. Numero di matricola 212, quasi ceco e completamente sdentato, Iroso era considerato a tutti gli effetti un Alpino, uno dei soldati del più antico corpo di fanteria da montagna attivo del mondo.

È “andato avanti”, dunque, come usano dire gli Alpini di un loro commilitone che non c’è più, e ora la morte dell’anziano mulo, della sezione Ana di Vittorio Veneto, chiude definitivamente il capitolo della storia del mulo con gli alpini che ebbe inizio nel 1872, anno di fondazione delle truppe.

Al loro posto (finalmente) ora ci sono altri mezzi: già all’inizio degli anni ‘90, le cinque brigate alpine – Julia, Taurinense, Cadore, Orobica e Tridentina avevano in tutto 700 muli, mentre si pensi che durante la seconda guerra mondiale ciascuna delle cinque divisioni alpine ne aveva circa 3.500.

Insomma, aveva festeggiato a gennaio i suoi 40 anni – equivalenti ai nostri 120 – ma anche Iroso era stato da tempo congedato. I suoi conducenti, però, non se ne sono mai dimenticati, tanto da strapparlo anche al macello, alzando a livelli impossibili l’offerta quando fu messo all’asta.

Ad annunciare la morte del “generale Iroso” il presidente della sezione Ana Francesco Introvigne: “La sua è stata una lunga e onorata carriera, una vera icona da alpino in armi che da congedato. Era davvero il simbolo della nostra sezione e del reparto Salmerie che ora è davvero molto addolorato della perdita, anche se si sapeva che la fine poteva arrivare da un momento all’altro”.

L’impiego degli animali negli eserciti e nelle guerre, dai cavalli ai cani agli stessi muli, è pezzo di storia che si perde nella notte dei tempi. Il loro “uso” in questo campo è oramai molto limitato, ma a noi continua a piacere di più l’idea di considerarli dolci animali da compagnia da non costringere con la forza a lavori duri e faticosi.

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Germana Carillo

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