La foresta pluviale brasiliana potrebbe fare posto all'estrazione mineraria. Non una minaccia, ma l'annuncio arrivato di recente per bocca del presidente brasiliano Jair Bolsonaro secondo cui il paese potrebbe aprire all'estrazione mineraria una vasta zona della Renca, la riserva nel cuore dell'Amazzonia brasiliana.
La foresta pluviale brasiliana potrebbe fare posto all’estrazione mineraria. Non una minaccia, ma l’annuncio arrivato di recente per bocca del presidente brasiliano Jair Bolsonaro secondo cui il paese potrebbe aprire all’estrazione mineraria una vasta zona della Renca, la riserva nel cuore dell’Amazzonia brasiliana.
L’estrazione mineraria da decenni è vietata nella Renca (Reserva nacional de cobre e Associados), situata tra gli stati settentrionali di Pará e Amapá. Essa è stata istituita nel 1984 per tutelare l’area.
Per oltre 35 anni è stata al riparo dalle grinfie delle multinazionali grazie allo status di “zona protetta” ma già nel 2017, l’ex presidente Michel Temer aveva tentato di abolire lo status protetto della Riserva, che copre 46.000 chilometri quadrati.
Era anche riuscito a farlo con un apposito decreto, ma le proteste delle associazioni ambientaliste di tutto il mondo lo hanno costretto a un clamoroso passo indietro.
Ma Bolsonaro vuole riprovarci e spiega in diretta TV che parte della foresta sarà destinata all’estrazione:
“Parliamo di Renca. Renca è nostra. Usiamo le ricchezze che Dio ci ha dato per il benessere della nostra popolazione. Non avremo alcun problema da parte del Ministero dell’Ambiente, né del Ministero delle Miniere e dell’Energia, né da nessun altro” ha detto Bolsonaro in un evento televisivo nello stato di Amapá, secondo quanto riportato da Reuters.
Quella amazzonica, di cui circa il 60%ricade in territorio brasiliano, è la più grande foresta pluviale tropicale del mondo. È un baluardo contro il riscaldamento globale. Non a caso è chiamata il “polmone verde del mondo” grazie alle immense quantità di anidride carbonica che i suoi alberi assorbono.
Su Twitter non sono mancate le reazioni all’annuncio del presidente:
What are you doing against #Bolzonaro‘s plans to destroy the livelihood of the indiguenous ethnics in the #rainforest of #Brazil, @Greenpeace?
— Bodo! ? (@bodotweets) 14 aprile 2019
The National Reserve of Copper and Associates (#Renca) occupies roughly 17,800 square miles (46,100 square km), an area slightly larger than Denmark, that is thought to be rich in gold, copper, iron ore and other minerals. #Brazil #Rainforest #Mining https://t.co/f8JVmye1l6
— ubique (@PersonalEscrito) 13 aprile 2019
#Brazil: #JairBolsonaro prepares to open Amazon reserve to mining: pledges no bureaucratic impediments https://t.co/4GRSVs7G1c #Rainforest #Mining #Renca
— ubique (@PersonalEscrito) 13 aprile 2019
#Bolsonaro says #Brazil #rainforest reserve may be opened to mining#MNA_English#MNA pic.twitter.com/rriA3RJMgm
— M N A (@mnaEN) 13 aprile 2019
“Il Brasile ha già avuto la possibilità di esprimere le proprie opinioni sull’apertura di Renca allo sviluppo e l’opinione pubblica non è favorevole”, ha detto Adriana Ramos, consulente legale e politica della ONG brasiliana Instituto Socioambiental (ISA). “Ma il governo preferisce annunciare iniziative controverse e obsolete invece di nuove idee per lo sviluppo sostenibile in Amazzonia”.
Si pensa che la Riserva sia ricca di oro, rame e ferro. Un patrimonio che per Bolsonaro è ben più prezioso degli alberi e dei loro gratuiti servizi.
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Francesca Mancuso