Dramma Pfas: in 8 mesi in Veneto le persone avvelenate sono più che raddoppiate

Dal nuovo Bollettino sul piano di sorveglianza sanitaria della Regione emergono dati davvero preoccupanti circa la contaminazione da Pfas.

Dramma Pfas: in 8 mesi in Veneto le persone avvelenate sono più che raddoppiate, registrando sostanze pericolose nel sangue di ben 16mila persone tra quelle sinora analizzate.

Tra Vicenza, Padova e Verona, quindi, aumenta la popolazione esposta ai pericolosi elementi perfluoroalchilici e, secondo le proiezioni, gli intossicati potrebbero arrivare a 60mila.

Sono i numeri che emergono dal nuovo Bollettino sul piano di sorveglianza sanitaria della Regione, per il quale 47mila persone sono state invitate a uno screening gratuito. Di queste, il 60% ha aderito alla chiamata.

Per 25.288 dei partecipanti sono già disponibili i risultati: a 16.400 di loro (circa il 65%) sono stati riscontrati valori di Pfas elevati e “alterazioni delle pressione arteriosa o degli esami bioumorali”. A tutti è stato suggerito e offerto, gratuitamente, un percorso di approfondimento di secondo livello.

Già nel luglio del 2018, quando la Regione pubblicò il sesto Rapporto sull’andamento del Piano di sorveglianza sanitaria, risultavano 7.716 cittadini nati tra il 1966 e il 2002 per i quali era stato prescritto un percorso di approfondimento di secondo livello. Ad oggi, quel numero è più che raddoppiato ed è ormai pari al 64,8% della popolazione monitorata.

Quel che non tranquillizza è che, secondo gli esperti, si tratta di numeri destinati ancora a crescere, se si tiene conto del fatto che finora è stato chiamato a sottoporsi agli esami poco più del 50% degli abitanti, in totale 47.213 persone. 

Per questo motivo, il numero di 16.400 cittadini andrà probabilmente moltiplicato per quattro: secondo le stime, le persone intossicate dai Pfas e che richiedono un approfondimento medico sono almeno 60mila.

pfas nuova cartina

Come si legge dal rapporto, infine, e come previsto da una delibera della Giunta regionale, è in corso anche l’invito allo screening ai nati nel 2003 (già convocato il 45,7% di loro) e di quelli in età pediatrica nati nel 2008 (83% di convocazioni già effettuate) e nel 2009 (30%).

Il territorio interessato è suddiviso in Area Rossa “A” e Area Rossa “B”, a seconda dell’intensità dell’inquinamento rilevato. Dell’Area rossa A fanno parte Alonte, Asigliano, Brendola, Cologna Veneta, Lonigo, Montagnana, Noventa Vicentina, Pojana Maggiore, Pressana, Roveredo di Guà, Sarego, Zimella e Orgiano.

L’Area Rossa B comprende Albaredo d’Adige, Arcole, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Legnago, Minerbe, Terrazzo, Veronella, e parte di Agugliaro, Borgo Veneto, Casale di Scodosia, Lozzo Atestino, Megliadino San Vitale, Merlara, Urbana e Val Liona.

I composti rinvenuti in più del 50% della popolazione monitorata sono PFOA, PFOS, PFHxS e PFNA. Le concentrazioni nel siero risultano aumentare con il passare del tempo trascorso nell’area identificata. Sono più elevati negli uomini rispetto alle donne e nei residenti dell’Area Rossa A rispetto a quelli dell’Area Rossa B.

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Germana Carillo

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