Via il glifosato dalle terre del Vietnam. Il paese ha appena messo al bando l'uso del famigerato erbicida scatenando le ire degli Usa
Via il glifosato dalle terre del Vietnam. Il paese ha appena messo al bando l’uso del famigerato erbicida scatenando le ire degli Usa.
Il ministero dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale il 10 aprile ha fatto sapere che tutti i prodotti a base di glifosato non potranno più essere utilizzati in Vietnam. Secondo quanto riferito dal Dipartimento per la protezione delle piante del Ministero, il divieto è in linea con le leggi vietnamite e le normative internazionali, nonché con le condizioni socio-economiche del paese.
Questa sostanza purtroppo da oltre 40 anni viene ampiamente utilizzata in tutto il mondo per la sua elevata efficienza nel controllo della vegetazione infestante. In Vietnam, è utilizzato dal 1994 ma da allora sono stati registrati 104 prodotti commerciali a base di glifosato.
Non si tratta di una decisione improvvisa. Già ad aprile 2016, il Ministero aveva bloccato nuove registrazioni della sostanza nel paese e raccolto informazioni e dati scientifici relativi agli effetti sulla salute umana e l’ambiente. Inoltre, a fine marzo le autorità vietnamite avevano già vietato le importazioni di tutti gli erbicidi contenenti tale prodotto chimico. A essere proibiti quindi saranno sia le importazioni che l’utilizzo del glifosato.
Secondo il governo vietnamita, il livello tossico degli erbicidi contenenti glifosato è da tempo motivo di preoccupazione, per questo da giugno entrerà in vigore il divieto di utilizzo.
Ciò non è piaciuto agli Stati Uniti. Il segretario americano dell’agricoltura Sonny Perdue ha criticato la decisione del Vietnam di vietare le importazioni di erbicidi a base di glifosato, sostenendo che avrebbe “effetti devastanti sulla produzione agricola globale”.
Fa sapere Perdue che il governo degli Stati Uniti ha condiviso studi scientifici con il Vietnam ed che è improbabile che il glifosato sia cancerogeno per l’uomo.
“Come ho spesso detto, se avremo intenzione di sfamare 10 miliardi di persone entro il 2050, gli agricoltori di tutto il mondo avranno bisogno di tutti gli strumenti e le tecnologie a nostra disposizione” sono le sue parole.
Secondo Bayer, il divieto del Vietnam non migliorerà la sicurezza alimentare. La società ha ribadito di non essere aconoscenza di alcuna nuova valutazione scientifica intrapresa dal governo vietnamita su cui si basa la decisione.
“Il peso schiacciante di oltre quattro decenni di vasta scienza e le conclusioni dei regolatori di tutto il mondo supportano la sicurezza degli erbicidi a base di glifosato”, ha detto Bayer.
Nel frattempo il colosso dell’agrochimica sta facendo i conti con migliaia di cause legali negli Usa, nelle quali viene accusato di aver omesso il rischio di cancro legato all’esposizione all’erbicida.
Anche se l’Europa sembra concordare con la posizione degli Stati Uniti, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), nel 2015 ha classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo“. La risposta di Monsanto allora era stata quella di portare in tribunale l’Agenzia.
Oggi però non può nulla contro la decisione del Vietnam, che potrebbe fare da apripista a livello mondiale.
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Francesca Mancuso