Un tumore al cervello l'ha strappata dalle braccia dei genitori a soli 5 anni. È Maria Rebuzzi l'ennesima vittima originaria di Taranto
Un tumore al cervello l’ha strappata dalle braccia dei genitori a soli 5 anni. È Maria Rebuzzi l’ennesima vittima originaria di Taranto.
La bambina era ricoverata all’ospedale Bambin Gesù di Roma a causa della malattia ma purtroppo non ce l’ha fatta. La piccola era la nipotina di Aurelio Rebuzzi, padre del 16enne anch’esso morto nel 2012 a causa dell fibrosi cistica.
Per l’associazione Genitori Tarantini – Ets, la malattia di Marzia era connessa all’inquinamento industriale di Taranto. Si tratta infatti di un’altra piccola vittima dei veleni che circolano nella città, a causa dei quali sono morte numerose persone innocenti, sopratutto bambini.
“Oggi è volata in cielo MARZIA REBUZZI, 5 anni … ennesima innocente esistenza immolata all’acciaio ed alle perverse e ‘strategiche’ logiche del profitto! Basta! Basta! La città è in lutto. Questa terra martoriata ed insultata è in lutto!” si legge in un post dell’associazione su Facebook. “Taranto non ce la fa più: non ha più lacrime, non ha più tempo da dedicare alla paura ed al dolore. Tutto ciò sta diventando drammaticamente normale e questo pedaggio in carne e sangue innocente che si paga ogni giorno è il tributo a ragioni, ad interessi, a speculazioni che siamo stanchi di subire e di comprendere oltremodo. Mettiamo ai nostri balconi, alle nostre finestre, un drappo nero in segno di lutto. Copriamo la città di drappi neri, continuiamo a manifestare urlando con tutta la nostra forza il nostro dolore e la nostra disperazione! Incontriamoci ancora e ancora e ancora per unire in una unica voce il nostro grido di libertà e dignità! TARANTO LIBERA!!!”
Purtroppo, nonostante le numerose proteste, la situazione a Taranto sembra tutt’altro che risolta, nonostante l’ingresso e le promesse di ArcelorMittal. Secondo le analisi di Peacelink e i dati delle centraline dell’Arpa Puglia, rispetto allo stesso periodo del 2018, a gennaio e febbraio c’è stato addirittura un aumento delle emissioni, sopratutto degli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) che hanno subito un impennata del 195%. Fa paura anche la concentrazione di benzene salita del 160%.
Intanto a Taranto tanti, troppi genitori continuano a versare lacrime che forse si potrebbero evitare…
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Francesca Mancuso