Continua la battaglia dell’India contro la Bayer Monsanto. Il governo taglia per la terza volta in quattro anni, le royalties che le compagnie locali di sementi pagano alla casa farmaceutica tedesca.
Continua la battaglia dell’India contro la Bayer Monsanto. Il governo taglia per la terza volta in quattro anni, le royalties che le compagnie locali di sementi pagano alla casa farmaceutica tedesca.
Ne avevamo parlato qualche tempo fa, ma adesso arriva la nuova decisione del governo del primo ministro Narendra Modi che di ridurre i diritti pagati alla Monsanto per il cotone geneticamente modificato del 49% dalle 39 rupie per un pacchetto di 450 grammi a 20 rupie (ovvero circa 25 centesimi di euro).
Una mossa che secondo il direttore generale della Federazione dell’Industria dell’India Ram Kaundinya, potrebbe scoraggiare gli investimenti nel settore e non solo da parte di Monsanto.
Da tempo, i popoli indigeni vicini al partito Bharatiya Janata si sono schierati contro il cotone transgenico che come sappiamo è l’unica coltura ogm consentita in India.
Questa decisione sicuramente porterà a un calo di ordine, com’era successo tre anni fa in occasione del primo taglio sui diritti, ma ricordiamo comunque che la multinazionale tedesca continua a controllare il 90% del mercato indiano.
“La decisione arriva in un momento in cui la produzione di cotone dell’India è in calo e ha bisogno di una svolta per aiutare a mantenere la sua posizione di leader nel mercato globale del cotone”, spiega Kaundinya.
I semi transgenici devono essere acquistati ogni anno e costano fino a 8mila volte di più di quelli tradizionali che comunque stanno scomparendo.
Nel 2014, l’azienda aveva pubblicizzato le proprie sementi biotech come superiori alle altre, ma i risultati poi erano stati diversi: i campi di cotone erano stati attaccati dai parassiti e le piante non erano produttive, tant’è che c’era stata una causa per il risarcimento agli agricoltori.
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Dominella Trunfio