Cucinare l’arrosto causa un inquinamento indoor peggiore di quello di Nuova Delhi

Avete mai pensato che cucinare l’arrosto possa rendere irrespirabile l’aria nelle vostre case? Un gruppo di scienziati sostiene che preparare questa tradizionale pietanza a base di carne, rende l’aria domestica più inquinata di quella di Nuova Delhi.

Avete mai pensato che cucinare l’arrosto possa rendere irrespirabile l’aria nelle vostre case? Un gruppo di scienziati sostiene che preparare questa tradizionale pietanza a base di carne, renda l’aria domestica più inquinata di quella di Nuova Delhi.

A Nuova Delhi l’aria è talmente irrespirabile che la città si è aggiudicata il sesto posto tra le metropoli con l’aria più sporca del mondo. La sorpresa è, però, che un semplice arrosto può fare danni ancora maggiori. A sostenerlo è uno studio dell’Università del Colorado.

Il team di esperti ha effettuato dei test sulla qualità dell’aria cucinando una serie di pasti all’interno di un appartamento con 3 camere e dotato di sensori per l’inquinamento. Una delle preparazioni consisteva nella cena tipica del giorno del Ringraziamento ovvero tacchino arrosto con cavoletti di Bruxelles, patate dolci e salsa di mirtilli rossi.

Durante la cottura dell’arrosto si è visto che i livelli di PM2,5 in casa sono saliti per circa un’ora a 200 microgrammi per metro cubo, dunque più dei 143 microgrammi per metro cubo che sono la media di Nuova Delhi.

I ricercatori hanno così scoperto che cucinare arrosto con verdure utilizzando un piano cottura a gas, rilascia un’ondata di particelle fini che rendono l’aria domestica tossica. La polvere fine e le minuscole particelle organiche provenienti dalle fiamme di gas, dalle verdure, dagli oli e dai grassi combinati fanno schizzare le particelle nocive PM2,5 a livelli addirittura più alti di 13 volte rispetto a quelli del centro di Londra (dove le particelle in media sono di 15 microgrammi per metro cubo).

Queste microparticelle provenivano in parte dai grassi animali e dagli oli utilizzati in cucina, in parte dal gas e dai residui di cibo e la sporcizia depositata nel forno o su pentole e padelle.

Respirare quest’aria costantemente è un serio rischio per la nostra salute. Le particelle PM2.5 sono infatti molto sottili e possono arrivare nei nostri polmoni generando disturbi di tipo respiratorio ma anche aumentando il rischio di malattie cardiovascolari. Addirittura potrebbero raggiungere organi come fegato e cervello creando diversi problemi tra cui la depressione.

Cosa possiamo fare?

Purtroppo, a differenza di quanto avviene per l’inquinamento esterno, quello interno alle nostre case, generato non solo dalla cottura dei cibi ma anche da detersivi, vernici, ecc., non è regolamentato. Rischiamo quindi di trovarci alle prese con aria irrespirabile, senza saperlo e praticamente ogni giorno, anche se fortunatamente per poco tempo.

Come ricordano i ricercatori, infatti, la tossicità dell’aria è paragonabile a quella di una città molto inquinata, ma l’esposizione è breve. Quando vivi in una città inquinata, invece, ci sei dentro per 24 ore al giorno! Il problema è che spesso combiniamo entrambe le cose: viviamo in città e cuciniamo arrosto.

Le categorie più a rischio a causa di questa situazione sono bambini, anziani e persone con patologie pregresse. Cosa dunque possiamo concretamente fare per arginare, almeno in parte, il problema?

Il suggerimento arriva direttamente da Marina Vance, dell’Università del Colorado. Ogni volta che cuciniamo l’arrosto, ma anche altri tipi di cibi, dovremmo aprire le finestre e utilizzare cappe aspiranti in modo da garantire la giusta ventilazione in casa.

Se volete conoscere altri trucchi per migliorare l’aria delle vostre case, potete seguire il nostro corso “Inquinamento domestico: come migliorare l’aria che respiriamo a casa e in ufficio“.

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Francesca Biagioli

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