Altro che satelliti e rilevamenti: un viaggio è sempre più bello. Così gli scienziati della Nasa sono diventati naufraghi esploratori sulla neonata isola del Tonga, stato insulare della Polinesia, talmente giovane da non avere nemmeno ancora un nome ufficiale
Altro che satelliti e rilevamenti: un viaggio è sempre più bello. Così gli scienziati della Nasa sono diventati naufraghi esploratori sulla neonata isola del Tonga, stato insulare della Polinesia, talmente giovane da non avere nemmeno ancora un nome ufficiale.
É l’8 ottobre 2018 e Dan Slayback del Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland, si avvicina a un piccolo trio di isole nel Sud del Pacifico, unendosi quindi agli scienziati e agli studenti nella crociera Sea Education Association’s SEA Semester South Pacific per visitare un’isola di tre anni che aveva visto solo dallo spazio.
Nel gennaio 2015 un’eruzione sottomarina provoca la nascita di una nuova formazione insulare e cattura immediatamente l’attenzione degli scienziati della Nasa desiderosi di capire come si formano e si evolvono nuove isole sulla Terra, sempre in evoluzione anche a prescindere da noi.
Foto: Dan Slayback
“Non esiste alcuna mappa di questa nuova terra – riferisce Slayback – È sorta dal bordo di una caldera sottomarina all’inizio del 2015, “incastrandosi” tra due isole più vecchie, presenti su alcune carte nautiche a una risoluzione approssimativa, e le cui osservazioni satellitari sembravano mostrare spiagge poco profonde sul lato sud della nuova isola”.
La nuova formazione è una delle uniche tre emerse negli ultimi 150 anni, sopravvissuta alle ondate di erosione dell’oceano per più di qualche mese. Dan e i suoi colleghi Jim Garvin di Goddard e Vicki Ferrini della Columbia University l’avevano osservata dai satelliti sin dalla sua nascita, cercando di creare un modello 3D della sua forma e del suo volume nel tempo, per capire quanto materiale è stato eroso e cosa contiene per resistere all’erosione.
Ma nulla di questi (importantissimi) studi sostituisce lo stupore di un viaggio e la bellezza di osservare da vicino quello che un modello non potrà mai dire. E infatti l’erosione è apparsa più consistente del previsto.
“Mi ha davvero sorpreso quanto fosse prezioso essere lì di persona – continua infatti lo scienziato – […] L’isola si sta erodendo a causa delle precipitazioni molto più rapidamente di quanto avessi immaginato. Ci siamo concentrati sull’erosione della costa sud dove le onde si infrangono, cosa che sta accadendo. Ma è tutta l’isola ad andare giù in realtà”.
E dopo questo incredibile viaggio gli scienziati continuano a costruire modelli, ora più precisi, ma soprattutto con gli occhi pieni di reale bellezza.
Foto: Dan Slayback
La natura non può che continuare a sorprenderci.
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Roberta De Carolis