Viaggio nell’orrore degli allevamenti italiani di maiali: nuove immagini esclusive (VIDEO)

Scioccano ancora le immagini sugli allevamenti intensivi italiani: un orrore cui non ci si deve abituare.

Le immagini forti di una video inchiesta della LAV in esclusiva per il Tg2 svelano i gli orrori e le illegalità del sistema produttivo che porta in tavola le “eccellenze”

Cadaveri, cannibalismo, condizioni igieniche orribili, antibiotici come se piovesse, in posti inquietanti per il maltrattamento degli animali e per la qualità di ciò che arriva ai consumatori. Da dove provengono gli alimenti che compriamo? L’orrore degli allevamenti intensivi è servito sulle nostre tavole, tra sporcizia e degrado, nessuna norma di legge applicata, maltrattamenti e infezioni.

Tra Brescia, Mantova e Cremona, tre diversi allevamenti già oggetto di un video inchiesta esclusiva, ad oggi regalano altre e altre immagini da autentico voltastomaco.

Tutto svelato dal team investigativo della LAV che è tornato negli allevamenti di suini per documentare quelle efferate condizioni degli animali sfruttati per l’industria della carne: con l’associazione, il giornalista Piergiorgio Giacovazzo ha condotto una video inchiesta esclusiva, andata in onda ieri sera su Raidue, nel corso dell’edizione del Tg2 delle 20.

Si va dagli arricchimenti ambientali inadeguati, ai box sporchi e sovraffollati, in un crescendo che svela alle telecamere animali visibilmente malati, cannibalismo, pratiche illegali come le mutilazioni della coda, suinetti sofferenti separati dalle madri, scrofe ferite e impossibilitate a muoversi nelle gabbie di contenzione, fino ai cadaveri accumulati all’aperto e allo sversamento di liquami – dichiara Roberto Bennati, Vice Presidente LAV e sottolinea – dalle immagini che abbiamo girato insieme al Tg2 in alcuni allevamenti lombardi, emerge un quadro che può configurare diverse violazioni, dal maltrattamento di animali al reato ambientale e che, secondo la nostra esperienza, non è limitato a casi isolati”.

Chi ha il coraggio di andare avanti in questo video, non può più chiudere gli occhi dinanzi a una roba simile. Gli animali sono in condizioni di assoluto disagio e le possibilità di contrarre infezioni sono altissime. Anche fuori dagli allevamenti regnano liquami sui terreni e nelle falde acquifere e tra un capannone e l’altro maialini morti vengono ammassati uno sopra l’altro in autentiche fosse comuni. E poi scrofe che schiacciano cuccioli, maialini malati, sbarre che creano infezioni e ferite e antibiotici a go go.

Si pensi che circa il 70% degli antibiotici venduti in Italia è destinato proprio agli animali da allevamento ed è la prima causa della resistenza agli antibiotici di noi esseri umani. Un danno che non si può calcolare e che si perpetua a causa dei mancati controlli e del consorzio DOP che la fa passare liscia ai suoi associati.

esclu tg2

I controlli, infatti, dove stanno?

Il sistema che dovrebbe vigilare su tutto questo è stato da poco messo sotto accusa dagli ispettori veterinari di Bruxelles, per la totale assenza di un piano nazionale di applicazione della normativa comunitaria, dopo ben 20 anni dalla sua entrata in vigore. Uno scenario tutt’altro che rassicurante per i consumatori: dove sono gli allevamenti “virtuosi” e il “benessere animale” che tanto si pubblicizzano?

Il sistema veterinario è l’organo deputato a evitare che si verifichino situazioni come queste – sottolinea Bennati – eppure, le evidenze suggeriscono che i controlli non sono efficaci. Condizioni come quelle filmate, infatti, sono possibili solo se il sistema pubblico, così come i veterinari privati preposti agli allevamenti, non hanno fatto adeguatamente il loro dovere”.

I cittadini devono essere consapevoli che molti alimenti, come prosciutti salumi e, in generale, carni di maiale – tra cui anche molte produzioni d’eccellenza come DOP e IGP – derivano da questo sistema di allevamento che, tra le altre cose, costa più di 30 miliardi di euro l’anno in tutta Europa. Un sistema inaccettabile che, oltre a provocare sofferenze gravissime agli animali, è all’origine di potenziali rischi per la salute umana, come nel caso dell’abuso di antibiotici sempre più spesso segnalato.

Grazie al nostro lavoro di investigazione e denuncia, e a sempre più frequenti inchieste giornalistiche come quella mandata in onda dal Tg2, i cittadini stanno maturando consapevolezza e chiedono di essere informati, a tutela della propria salute e dei diritti degli animali – conclude Bennati – parlare di benessere degli animali, e di tutela dei cittadini, in queste situazioni è semplicemente farsesco: urge una svolta nel sistema dei controlli, secondo quanto già sollecitato dall’Unione europea, per un definitivo giro di vite sui responsabili, nel settore pubblico come in quello privato”.

LAV chiede a tale proposito alla Regione Lombardia l’immediata chiusura di queste strutture, la revoca dei fondi pubblici della PAC eventualmente concessi a questi allevatori e la denuncia, da parte delle Istituzioni, per maltrattamento.

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Germana Carillo

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