4 passi per cominciare a gestire diversamente e più consapevolmente il nostro tempo: e averne così di più da dedicare alle cose importanti della vita
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Il tempo libero è fondamentale: è uno spazio in cui è possibile dare ascolto alla propria interiorità, è un “ozio” che consente di esprimere un’autentica creatività, consente di vivere le proprie relazioni e il proprio ambiente sociale.
Permette di godere della Natura, di ascoltare il respiro dell’Infinito che vibra in ogni cosa. Quello libero (quanto meno dai ritmi frenetici della produttività e dell’efficienza 2 o 3.0) è un vero tempo per l’“uomo”. Ed è importante ritrovarlo, avere in mente chiara l’idea di riprenderselo, ampliarlo, per trovare modi nuovi di occuparsi della vera bellezza, di progetti rivolti al bene comune, di divertimento che abbraccia mente, corpo, anima; di gentilezza e meraviglia. Per riuscire a farlo serve, certo, un cambio di visione, un ripensamento complessivo di valori e occasioni ma anche di gestione del proprio tempo.
In quest’ultimo campo indubbiamente i maestri più noti sono uomini di successo, top performer, billion-man che formano imprenditori e multi-million-man e poi scrivono dei libri, per divulgare i loro preziosi “segreti”: uno di questi è Brian Tracy, e il suo “Ingoia il rospo – L’arte di liberare il tempo e vivere liberi” (linkaffiliazione)(da poco pubblicato in Italia da Edizioni SanGiovanni’s) ha venduto più di due milioni di copie in tutto il mondo.
Per quanto possa sembrare paradossale – se i propri valori di fondo, se i riferimenti di modello economico e sociale sono diversi – è comunque utile far tesoro di questi insegnamenti: molte delle strategie possono essere sapientemente accolte e integrate in un modello di crescita, sviluppo e visione profondamente rispettoso di ogni vita e della Terra (e così aiutare a migliorare la capacità di raggiungere obiettivi, produrre risultati). Le tecniche, capitale di conoscenza basato sull’esperienza altrui, infatti, sono “solo” strumenti: usarle procura dei benefici. Come le useremo-interpreteremo e cosa faremo di quei vantaggi, è una nostra scelta: quella che fa la differenza.
Quindi, come liberiamo il nostro tempo? La premessa fondamentale è anche il primo “rospo da ingoiare”: accettare di sfatare il mito della possibilità di stare dietro a tutte le cose, di riuscire a fare-imparare-realizzare tutto quel che si vuole. La verità è che non ci sarà mai abbastanza tempo, nella nostra vita. C’è però anche il tempo degli altri (e come utilizzarlo, in modo etico oppure no, dipende da noi).
Con questa consapevolezza, ecco quattro (di 21) utili consigli che Brian Tracy offre nel suo ultimo libro:
Ripensare da zero ogni ambito della propria vita ed individuare le priorità
La domanda da farsi è: con il senno del poi, farei ancora questa cosa? Mi impegolerei in quell’obiettivo? Se la risposta è no, o dubbiosa, allora quell’attività è da eliminare definitivamente o rimandare (in un secondo tempo, definito dal precedente raggiungimento degli obiettivi principali).
Una lista più snella dei “progetti” da portare avanti dà subito leggerezza; eliminare le voci “secondarie” consente di liberare dosi di energia che altrimenti resterebbero come “bloccate”, in qualche modo impegnate su quei punti.
Procedere così, dal macro al micro: quali sono le cose da fare oggi? Quali importanti e quali posso eliminare, definitivamente o procrastinare in modo ragionato?
Prepararsi, prima di cominciare
Uno dei modi migliori per superare la tendenza a procrastinare e per realizzare più cose in meno tempo è avere tutto quel che serve a portata di mano. Un po’ come quando, in cucina, prepariamo una ricetta: gli ingredienti sono tutti sul tavolo, che non è occupato da altre vettovaglie, o al massimo a portata di mano, in dispensa. Così, un passaggio dopo l’altro, si arriva ad assemblare il piatto.
Lo spazio di lavoro deve essere confortevole, pulito. Ma non va scordata la propria postura: essere stravaccati o seduti con la schiena dritta produce, implicitamente, una diversa relazione con il tempo e il suo uso.
Iniziare dagli impegni scomodi
C’è una regola, detta di Pareto, che afferma che con il 20% delle attività si ottiene l’80% dei risultati. Se per arrivare a raggiungere un obiettivo devo fare 10 cose, 2 di queste saranno importanti – e impegnative – come le altre 8 messe insieme. Tanto vale quindi iniziare subito la giornata con i compiti più complessi, e farla diventare una buona abitudine.
In realtà la parte più difficile sarà solo cominciare: una volta che quel lavoro è avviato, ci si sentirà spontaneamente spronati a proseguire, con una motivazione che nasce dal piacere di fare. Portato a termine l’impegno più importante, il resto risulterà una bazzecola.
Usare – e non farsi usare – da tecnologia e social
Whatsapp, Instagram, Facebook, Telegram. La posta. Gli sms. Le notifiche. Quanto tempo perdiamo, letteralmente, su telefonino e computer? Per ridurre lo spreco di tempo, e la dipendenza sottile e ossessiva che la tecnologia induce, è importante ritargliarsi delle “oasi di silenzio”, spegnendo computer e smartphone per almeno un’ora al mattino e una al pomeriggio (ovviamente qui si intende mentre si sta lavorando, ovviamente sarebbe cosa buona e giusta spegnerli anche mentre si fa una passeggiata in mezzo alla Natura, durante la meditazione giornaliera eccetera; ndr). E poi un giorno a settimana: e che sia intoccabile.
All’inizio potrebbe essere dura: prendere le nuove abitudini, scoprire di poter gestire diversamente il tempo, avere nuovo tempo libero da gestire senza entrare nel circolo vizioso che deriva dagli impeti della produttività e dell’efficienza spinti. Ma ci sta, ci va e perciò evviva pure Brian Tracy se può esserci utile. Per rimettere al centro, e questo sta solo a noi, il tempo per l’uomo.
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