Con l’intensificarsi del freddo torna alla ribalta una bella iniziativa, quella dei muri della gentilezza di cui vi abbiamo più volte parlato. Lasciare un cappotto o un abito caldo per le persone di strada, e in generale per chi ne ha più bisogno, è un gesto semplice ma che può fare la differenza.
![wall-kindess](https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2019/01/wall_kindess_uppsala_cover.jpg)
Con l’intensificarsi del freddo torna alla ribalta una bella iniziativa, quella dei muri della gentilezza di cui vi abbiamo più volte parlato. Lasciare un cappotto o un abito caldo per le persone di strada, e in generale per chi ne ha più bisogno, è un gesto semplice ma che può fare la differenza.
Si chiamano “walls of kindness”, appunto muri della gentilezza, quei luoghi in città dove è possibile procurarsi, o al contrario lasciare in dono, giacche, sciarpe, cappelli, maglioni e quant’altro possa servire per affrontare meglio l’inverno. In un paese come la Svezia, dove le temperature scendono sotto lo 0, iniziative come queste possono fare la differenza tra la vita e la morte delle persone senza tetto o comunque aiutare anche le fasce più povere della popolazione ad avere abiti adatti alla stagione fredda.
Recentemente proprio in Svezia e nello specifico a Uppsala è apparso un nuovo muro della gentilezza dove in lingua locale si legge: “Prendi un cappotto se hai freddo. Lascia un cappotto se non lo usi più”.
L’iniziativa è stata voluta da un’agenzia immobiliare del centro della città che ha allestito in strada un cubo a mo’ di attaccapanni, un modo per aiutare chi ha più bisogno ma anche per farsi pubblicità in maniera originale (glielo perdoniamo vista la finalità benefica di fondo).
I cittadini hanno risposto subito all’appello lasciando molti indumenti caldi e facendo girare le foto del muro su Facebook, diffondendo così la novità in modo che ne arrivasse voce anche a chi ne aveva più bisogno.
Una bella iniziativa che ha avuto seguito negli scorsi anni anche in altri paesi (Italia compresa). A questo proposito leggi anche: