Il Brasile dichiara guerra ad allevatori e taglialegna illegali per salvare gli ultimi Kawahiva incontattati

Le autorità brasiliane hanno completato una rara operazione sul campo per proteggere i Kawahiva incontattati dai violenti allevatori dello stato del Mato Grosso.

Costretti a vivere in fuga da taglialegna armati e potenti allevatori, la tribù nomade dei Kawahiva in Brasile non trova pace. Ma il Governo lancia un’operazione di salvataggio

In Brasile, nello stato del Mato Grosso, laddove il tasso di deforestazione illegale è tra i più elevati del Paese, vivono i Kawahiva, un popolo non molto numeroso di cacciatori e raccoglitori che, a causa della presenza di intrusi nella foresta, ha adottato negli ultimi decenni uno stile di vita nomade. Ma non basta: la loro sorte è dover fare i conti con la violenza genocida degli invasori decisi a sfruttare le risorse naturali dell’area.

Non è un caso che il territorio dei Kawahiva si trovi vicino alla città di Colniza, una delle aree più violente del Brasile, il cui 90% del reddito proviene dal taglio illegale del legno.

Survival International ha annunciato che le autorità brasiliane hanno completato una rara operazione sul campo per proteggere i Kawahiva incontattati dai violenti allevatori dello stato del Mato Grosso.

Tuttavia, se le fasi del processo di protezione della terra della tribù non saranno completate tutte al più presto, è possibile che il territorio non sarà mai messo in sicurezza”.

Per sfrattare gli allevatori illegali, molti dei quali sono armati, dal territorio indigeno di questa tribù, il Rio Pardo, sono stati inviati agenti del Dipartimento agli Affari Indigeni del Brasile (FUNAI), funzionari speciali del Ministero dell’ambiente e poliziotti. L’operazione è avvenuta tra il 7 e il 14 dicembre.

Questa operazione dimostra che le campagne di mobilitazione dell’opinione pubblica possono fare una reale differenza nella lotta per fermare il genocidio dei popoli incontattati” ha dichiarato il Direttore generale di Survival International, Stephen Corry. “Il recente video dell’Ultimo della sua Tribù – l’ultimo sopravvissuto di un intero popolo – mostra quali terribili conseguenze possono avere i genocidi. Negli ultimi decenni i Kawahiva hanno sopportato traumi spaventosi, ma alcuni di loro sopravvivono. Siamo determinati a impedire che vadano incontro allo stesso destino che molti popoli indigeni hanno già subito in passato. Se la loro terra sarà protetta possono prosperare, come i Sentinelesi nelle isole Andamane. Avranno bisogno di tutto il sostegno possibile perché sia ultimato l’iter legislativo per la protezione della loro terra.

l processo per rendere sicura la terra dei Kawahiva iniziò qualche anno fa con la conferma della loro stessa esistenza: il governò cominciò a mappare il territorio per destinarlo a loro uso esclusivo, come previsto dalla legge nazionale e internazionale. Tuttavia, presto il processo di arenò lasciando i Kawahiva esposti al genocidio e all’estinzione e, ad oggi, il neoeletto presidente Bolsonaro si è impegnato a non proteggere nessun altro territorio indigeno.

Se la riserva dei Kawahiva non sarà quindi completamente protetta prima che lui entri in carica, il processo di demarcazione non sarà mai completato e sarà un serio pericolo per una delle 100 tribù incontattate che esistono nel mondo. Cosa significa? Che si rischia di perdere una parte essenziale della diversità umana i cui territori sono la migliore barriera alla deforestazione, specie nella foresta amazzonica.

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Germana Carillo

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