La FDA americana ha rivisitato la definizione di olio extravergine d’oliva da alimento salutare a medicinale.
L’olio evo fa talmente bene e deve essere considerato alla stregua di un farmaco: la decisione della FDA che ha rivisitato la definizione di olio extravergine d’oliva da alimento salutare a medicinale
Vuole riconsiderare gli standard per l’affermazione di “salutare” e riesaminare nello specifico i contenuti nutrizionali dei prodotti, ma su un punto la Food and Drug Administration americana è sicura: alcuni grassi come l’olio extra vergine di oliva non sono solo nutrienti ma hanno anche benefici per la salute sbalorditivi. È per questo che si tratta di un super food che può assurgere al ruolo di farmaco.
Se, infatti, è vero come è vero che l’olio evo previene il cancro all’intestino, ha un rapporto ottimale tra acidi grassi essenziali omega-6 e omega-3, è utile nella prevenzione di malattie cardiovascolari e dei deficit cognitivi tipici dell’anziano, riduce il rischio di diabete mellito di tipo 2, la decisione della FDA non può che essere giusta.
Ma ricordatevi che l’olio va assunto e conservato seguendo regole precise.
Quanto olio extravergine assumere ogni giorno
Secondo la FDA è sufficiente assumere ogni giorno ed entro massimo 12/18 mesi dall’estrazione (secondo la legge italiana n.9/2013, art.7, dalla data d’imbottigliamento del prodotto), 2 cucchiai di olio evo pari a circa 23 grammi (con un apporto di poco più di 200 calorie), crudo e lavorato a freddo (con un contenuto di acido oleico tra il 70 e l’80%), per garantire al nostro organismo l’assunzione di almeno 17.5 grammi di acido oleico, un buon apporto di vitamina E e di polifenoli (tra tutti l’oleocantale, il tirosolo, l’idrossitirosolo e l’oleaceina).
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Come si conservare l’olio extravergine
Per non alterare il suo potenziale nutraceutico, l’olio extravergine di oliva:
- va conservato a una temperatura tra i 14 e i 18 gradi, mentre, non ama temperature elevate oppure vicine o inferiori allo zero
- va custodito in contenitori di massimo 500 millilitri ben chiusi, di vetro (opaco o scuro), di porcellana o di acciaio inox, in luoghi freschi e lontani da contaminazioni aromatiche. Evitate la plastica per alimenti. La legge italiana, inoltre, (n. 161 del 30 ottobre 2014) i contenitori chiusi devono essere etichettati e non rabboccabili e vieta l’uso di gradevoli e artistiche ampolle o oliere “domestiche”
- non deve essere mai a contatto con l’ossigeno e per questo non farlo residuare a lungo in contenitori mezzi vuoti, anche se ermeticamente chiusi
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Germana Carillo