Da dove deriva il topinambur? Perché si chiama così? Scopriamone origine, storia, curiosità e ricette semplici da preparare con questo tubero originario dell’America del Nord che cresce spontaneo in Italia.
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Da dove deriva il topinambur? Perché si chiama così? Scopriamone origine, storia, curiosità e ricette semplici da preparare con questo tubero originario dell’America del Nord che cresce spontaneo in Italia.
Topinambur: origine, storia e curiosità
Il topinambur è il rizoma dell’Helianthus tuberosus L., pianta annuale appartenente alla famiglia delle Asteraceae o Composite, sottofamiglia delle Cichorioideae.
Il topinambur è originario del Nord America e del Canada e già nel 1400 era coltivato in Sud America: il nome gli fu attribuito da una tribù brasiliana ed è chiamato anche patata Canada, carciofo di canna, patacca, trifola, taratufolo.
Inizialmente il topinambur era apprezzato come pianta ornamentale, grazie ai suoi capolini gialli simili al fiore del girasole. Durante il XV secolo, un esploratore francese ne scoprì l’uso alimentare ed esportò la pianta in Europa, dove ebbe un discreto successo.
Con il tempo il topinambur fu sostituito dalle patate, più semplici da pulire e da conservare e con un potere nutritivo più elevato.
Caratteristiche e riconoscimento
Il topinambur è una pianta erbacea diffusa nei luoghi umidi e soleggiati: cresce spontaneo lungo fiumi, torrenti e sentieri.
La pianta del topinambur presenta un fusto singolo con foglie opposte alla base e alternate verso l’apice. Tra il mese di agosto e quello di ottobre, il topinambur termina la propria crescita e fiorisce, producendo capolini gialli simili a quelli del girasole ma più piccoli.
Per il riconoscimento della pianta e la raccolta dei tuberi si consiglia di aspettare la fioritura e di memorizzare il luogo in cui il topinambur cresce: in questo modo si potranno raccogliere i tuberi nel periodo invernale, quando la parte aerea della pianta sarà disseccata.
I tuberi di topinambur si raccolgono d’inverno, generalmente dopo le prime gelate, quando sono più dolci poiché la concentrazione di zuccheri aumenta. La raccolta dei tuberi avviene a mano allentando il terreno a circa trenta centimetri dal fusto e va effettuata lontano da luoghi inquinati, strade trafficate e campi coltivati.
I tuberi vanno consumati entro una decina di giorni dopo averli raccolti e si conservano in frigorifero avvolti in un panno e chiusi in un sacchetto di plastica.
Uso in cucina e ricette con il topinambur
Del topinambur si consuma il tubero sia crudo che cotto, con la buccia o dopo averlo pelato qualora la buccia risulti troppo spessa. I tuberi del topinambur sono piccoli e bitorzoluti, leggermente rosati in superficie e ricchi di inulina, un frutto-oligosaccaride. L’inulina si comporta come fibra alimentare: non viene digerita dalla flora intestinale, facilitando così la peristalsi. Oltre all’inulina, il topinambur contiene basse percentuali di proteine, pochissimi grassi, buone quantità di minerali (soprattutto potassio e ferro) e di vitamine A e C.
I tuberi del topinambur si trovano con facilità al supermercato, nei negozi di ortofrutta e nei mercati contadini, ma trattandosi di una pianta che cresce spontaneamente, si possono raccogliere anche in natura.
Il topinambur può essere cucinato al forno, fritto, al vapore oppure può essere usato per preparare zuppe o purea.
Di seguito, cinque semplici ricette con il topinambur da provare subito.
- Topinambur al forno
- Polpette di fagioli azuki e topinambur
- Risotto con topinambur
- Vellutata di topinambur
- Chips croccanti di topinambur
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