Dieta Flexitariana: tutti i motivi per cui dovresti adottarla già da domani

Dieta flexitariana, ne avete mai sentito parlare? Se la risposta è no, dovreste leggere questo articolo e iniziare a pensare di adottarla fin da domani.. Se diventare vegetariani è per molti difficile, passare a questo regime alimentare potrebbe esserlo meno. E i vantaggi per il Pianeta sarebbero enormi. 

Dieta flexitariana, ne avete mai sentito parlare? Se la risposta è no, dovreste leggere questo articolo e iniziare a pensare di adottarla fin da domani.. Se diventare vegetariani è per molti difficile, passare a questo regime alimentare potrebbe esserlo meno. E i vantaggi per il Pianeta sarebbero enormi.

Insieme alla riduzione degli sprechi alimentari e al miglioramento delle pratiche e delle tecnologie agricole, una dieta “flexitariana” permetterebbe infatti di nutrire 10 miliardi di persone in modo sostenibile entro il 2050. È questo il risultato della nuova ricerca condotta dagli scienziati dell’Università di Oxford, secondo i quali adottare questa opzione riduce il rischio di superare i limiti ambientali globali legati ai cambiamenti climatici, allo sfruttamento dei terreni agricoli, di acqua dolce e all’inquinamento degli ecosistemi attraverso i fertilizzanti. Ma che significa flexetariano? E qual è la differenza con la dieta reducetariana?

In cosa consiste la dieta flexitariana?

La dieta flexitariana per molti aspetti ricorda la dieta mediterranea, ma soprattutto quella reducetariana, pur essendo diversa da tutte e due queste ultime. Essa infatti prevede un’alimentazione quasi esclusivamente a base di vegetali e cereali, senza però eliminare totalmente le proteine animali. Carne e pesce vengono consumati, ma in quantità ridottissime. La dieta reducetariana, ricordiamo, prevede sì il consumo di carne, anche se in misura ridotta e se acquistata di qualità.

Cosa significa dieta flexetariana?

Il termine “flexitarian” deriva dalla combinazione delle parole flexibile (flessibile) e vegetarian (vegetariano). Secondo il suo autore, il dottor Dawn Jackson Blatner, questa dieta offre quindi i vantaggi, in termini di salute, di una dieta vegetariana, senza dover rinunciare completamente la carne. In altre parole, la dieta flexitarian condanna sì l’abuso di carne, ma non ne fa una questione etica, bensì salutistica, e conclude che la carne si può consumare ma in quantità ridotte.

Come funziona la dieta flexitarian

Secondo il suo autore, Blatner, chi la segue può anche perdere fino a 15 kg di peso in 6-12 mesi. La dieta flexitarian prevede un apporto calorico di 1500 kcal (300 a colazione, 400 a pranzo, 150 per ogni spuntino e 500 a cena). Calorie che possono essere ridotte a 1200 eliminando gli spuntini o a 1800 raddoppiando la colazione.

Nel suo libro, The Flexitarian Diet, Blatner propone anche una serie di ricette e consigli su come gestire la dieta al ristorante e nelle diverse situazioni. In linea di massima, vengono consigliati tre livelli di riduzione di carne: principiante, avanzato o esperto. I principianti dovrebbero astenersi dal mangiare carne 2giorni a settimana e avere un limite massimo di 700 g; gli avanzati dovrebbero eliminarla per 3-4 giorni limitandone il consumo a 500 grammi a settimana mentre gli esperti dovrebbero evitare di consumarla per 5 giorni per un totale di 250 g a settimana. Nessuna limitazione è consigliata per il pesce, il cui consumo, al contrario, è promosso.

dieta flexitariana

La ricerca

Lo studio, pubblicato su Nature, è il primo a quantificare in che modo la produzione e il consumo di cibo influenzino la Terra e i suoi abitanti, descrivendo anche le abitudini alimentari amiche dell’ambiente, oltre le quali i sistemi vitali della Terra potrebbero diventare instabili.

Nessuna singola soluzione è sufficiente a evitare l’attraversamento dei confini planetari. Ma quando le soluzioni vengono implementate insieme, la nostra ricerca indica che potrebbe essere possibile nutrire in modo sostenibile la popolazione in crescita,” spiega il dott. Marco Springmann dell’Università di Oxford, che ha guidato lo studio. “Senza un’azione concertata, abbiamo scoperto che gli impatti ambientali del sistema alimentare potrebbero aumentare del 50-90% entro il 2050 a causa della crescita della popolazione e dell’aumento di diete ricche di grassi, zuccheri e carne. In tal caso, tutti i confini planetari relativi alla produzione alimentare sarebbero superati, alcuni più che raddoppiati”.

Lo studio ha combinato insieme i dati ambientali unendoli a un modello di sistema alimentare globale in grado di tracciare la produzione e il consumo di cibo in tutto il mondo. Con questo modello, i ricercatori hanno analizzato diverse opzioni che potrebbero mantenere il sistema alimentare entro i limiti ambientali.

É emerso che i cambiamenti climatici non possono essere sufficientemente mitigati senza cambiamenti dietetici basati su diete più vegetali. Adottare un tipo di alimentazione “flexitariana” a livello mondiale potrebbe ridurre di oltre la metà le emissioni di gas serra del sistema alimentare e anche altri problemi derivanti ad esempio dall’uso di fertilizzanti e dallo sfruttamento eccessivo dei terreni.

Infine, dimezzare la perdita e gli sprechi alimentari potrebbe, se fatto globalmente, ridurrebbe gli impatti ambientali fino a un sesto (16%).

“Molte delle soluzioni che abbiamo analizzato vengono implementate in alcune parti del mondo, ma c’è bisogno di un forte coordinamento globale e di un rapido sviluppo per sentire i loro effetti”, afferma Springmann.

10 motivi per cui scegliere da domani la dieta flexetariana

  1. Ridurre inquinamento e le emissioni legate all’industria della carne
  2. Benefici per la salute
  3. Minor consumo di risorse e acqua
  4. Minor uso di fertilizzanti
  5. Conoscere nuovi alimenti sani
  6. Riduzione o eliminazione del maltrattamento animale
  7. Riduzione della deforestazione
  8. Minore perdita della biodiversità
  9. Equa distribuzione delle risorse alimentari
  10. Riduzione degli sprechi alimentari

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Francesca Mancuso

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