L’Universo non finisce mai di stupire: abbiamo un nono pianeta nel Sistema Solare (che non è Plutone) e una luna aliena al di fuori, forse la prima esoluna della storia dell’astronomia. Le conferme arrivano quasi insieme e gettano una nuova luce sul nostro “piccolo cosmo”
L’Universo non finisce mai di stupire: abbiamo un nono pianeta nel Sistema Solare (che non è Plutone) e una luna aliena al di fuori, forse la prima esoluna della storia dell’astronomia. Le conferme arrivano quasi insieme e gettano una nuova luce sul nostro “piccolo cosmo”.
L’hanno chiamato Goblin, ma in realtà era noto come 2015 TG387 il nono pianeta del Sistema Solare. Cercato da tempo, la sua storia ricorda quella di Nettuno, la cui presenza fu prima sospettata per via indiretta (“qualcosa “disturbava” l’orbita di Urano) e poi dimostrata sperimentalmente.
Da tempo gli astronomi cercano qualcosa di nuovo in orbita attorno al Sole. In precedenti calcoli, si sospettava che l’astro fosse distante 600 unità astronomiche (UA), ovvero 600 volte la distanza Terra-Sole. Goblin disterebbe invece “appena” 80 unità astronomiche (UA) dal Sole (per confronto, Plutone, ormai classificato come pianeta nano, dista circa 34 UA, quindi questo nuovo astro sarebbe due volte e mezzo più lontano dal Sole).
“Oggetti celesti come questi sono isolati dalla maggior parte della massa nota del Sistema Solare, il che li rende immensamente interessanti – spiega Scott Sheppard, ricercatore presso la Carnegie Institution for Science (Usa) e coautore della scoperta – Possono essere usati come sonde per capire cosa sta accadendo ai margini del nostro Sistema Solare”.
Foto: Roberto Molar Candanosa e Scott Sheppard / Carnegie Institution for Science
E se andiamo al di fuori, troviamo ora anche un’esoluna, ovvero un satellite alieno, il primo della storia dell’astronomia. In un lavoro pubblicato su Science Advances, si riporta infatti la scoperta di un satellite che orbita in un altro sistema stellare.
E questa luna è veramente insolita: il suo diametro sarebbe infatti paragonabile a quello di Nettuno, una luna gigantesca dunque, che non esiste nel nostro piccolo cosmo (almeno per ora), dove sono stati catalogati quasi 200 satelliti naturali.
“Questo sarebbe il primo caso di rilevamento di una luna al di fuori del nostro sistema solare – afferma David Kipping, astrofisico della Columbia University (Usa) e coautore del lavoro – Se confermato da osservazioni future, la scoperta potrebbe fornire indizi vitali sullo sviluppo dei sistemi planetari e potrebbe indurre gli esperti a rivedere le teorie su come si formano le lune attorno ai pianeti”.
I ricercatori, in particolare, hanno analizzato i dati di 284 pianeti scoperti nel corso della missione Keplero, che erano in orbite relativamente ampie, con periodi superiori a 30 giorni attorno alla loro stella ospite. Le osservazioni misuravano il momentaneo oscuramento della luce stellare mentre un pianeta passava davanti alla sua stella. Ma sull’esopianeta Kepler 1625b, c’erano anomalie “sospette”.
A questo punto è stato messo in campo il telescopio Hubble, che ha rilevato una seconda diminuzione molto più piccola della luminosità della stella 3,5 ore dopo, in accordo con “una luna che trascina il pianeta come un cane che segue il suo proprietario al guinzaglio” ha detto Kipping.
È tempo di riscrivere il libri di geografia astronomica?
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Roberta De Carolis
Foto di copertina: Dan Durda/Columbia University