Galline prive di piume e unghie a dismisura, uova completamente infestate da acari rossi, cadaveri di topi nello stabilimento e sporcizia ovunque.
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Galline prive di piume e unghie a dismisura, uova completamente infestate da acari rossi, cadaveri di topi nello stabilimento e sporcizia ovunque. A distanza di un anno e mezzo, Animal Equality, torna nello stesso stabilimento che aveva già denunciato in un’altra investigazione, ma nonostante la segnalazione al ministero della Salute che alle forze dell’ordine, la situazione non è cambiata, anzi è addirittura peggiorata.
La nuova investigazione ‘Una vita in gabbia’ è stata realizzata in collaborazione con redazione cronaca del Tg2 e l’inviato Piergiorgio Giacovazzo. Le immagini sono state girate a fine aprile 2018 all’interno di un allevamento di galline ovaiole nel mantovano.
Dopo la denuncia gli investigatori di Animal equality erano tornati per vedere se la situazione era cambiata, ma ciò che hanno trovato è in netto contrasto con il benessere animale: decine di migliaia di galline ammassate all’interno di gabbie in numeri spesso superiori a quelli consentiti, coperte di sporcizia, e circondate da cadaveri di topi e galline in putrefazione sul pavimento dello stabilimento.
UNA VITA IN GABBIA
MALATTIE E CORPI DEVASTATI
Tutte le galline dell’allevamento hanno malattie e corpi devastati dalla vita in gabbia. Ulcere, perdita di piume sul corpo e sulle ali, pelle arrossata e rovinata dall’ammoniaca che si deposita sulla superficie delle gabbie a causa delle deiezioni mai pulite. Inoltre, tutte sono anemiche, come dimostrano le loro creste sbiadite.
ACARI ROSSI
Presenza massiccia di acari rossi in ogni centimetro dell’allevamento che di notte tormentano gli animali per nutrirsi del loro sangue. Oltre ad essere un problema per gli animali è anche allarmante per l’igiene e la sanità pubblica. Le uova e le galline ne erano completamente ricoperte.
“La presenza di questi parassiti, se non trattata tempestivamente, può portare anche all’esplosione di veri e propri casi di salmonella. Inoltre, il guscio delle uova è poroso e condizioni di scarsa igiene possono portare all’ingresso di batteri nelle uova destinate al consumo alimentare”, spiega ad Animal Equality, Enrico Moriconi, veterinario e Garante per i Diritti Animali della Regione Piemonte.
DEFORMAZIONE
Le galline in gabbia soffrono terribilmente per la crescita fuori misura delle unghie delle zampe, che – a causa dell’assenza di cure adeguate – si storcono, causando forti dolori e rendendo impossibili movimenti naturali e fluidi all’interno di uno spazio già inadeguato come le gabbie.
CADAVERI ABBANDONATI
Gli allevamenti sono pieni di animali morti. Le galline sono costrette a camminare sui corpi perché i cadaveri non vengono raccolti ma lasciati in putrefazione in mezzo agli animali vivi.
In aggiunta a tutto questo, molti animali erano incastrati nelle gabbie prive di pavimentazione, con i corpi emaciati privi di piume e le creste abbassate e pallide a causa dell’anemia.
La situazione in Italia
In Italia sono circa 42 milioni le galline che vengono allevate ogni anno negli allevamenti intensivi, con una percentuale di galline in gabbia che arriva a coprire oltre il 65% del totale. Il nostro paese infatti è uno dei maggiori produttori di uova in Europa. Purtroppo però, numerose inchieste e scandali hanno dimostrato che spesso la gestione di questi luoghi è altamente problematica e dannosa per il benessere delle galline.
Animal Equality ha adesso consegnato ai Carabinieri Forestali foto e video all’interno di una denuncia formale nei confronti dei proprietari dell’allevamento.
“Le gabbie sono un sistema di allevamento che infligge terribili sofferenze agli animali. Noi chiediamo che in Italia si prenda atto di questa situazione e si dia ascolto ai tanti cittadini e aziende del settore agroalimentare che si sono già schierati contro questa pratica estremamente crudele” dichiara Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia.
GUARDA IL VIDEO:
PETIZIONE
In concomitanza con l’investigazione, è stata lanciata una petizione su ilveroprezzodelleuova.it rivolta ad Assoavi, a Unaitalia e al neo Ministro delle politiche agricole, Gian Marco Centinaio, allo scopo di mettere fine all’utilizzo delle gabbie, un metodo crudele rigettato dalla maggioranza dei consumatori italiani ed europei.
“Grazie a questa nostra investigazione e al Tg2, emergono chiaramente tutti gli orrori di questi allevamenti, ed è per questo che le associazioni di categoria e anche il Ministero devono assumersi la responsabilità di rispondere in modo adeguato. Bisogna muoversi tempestivamente per risolvere questi gravi problemi e per mettere fine a queste sofferenze incredibili a cui sono sottoposti gli animali da reddito, costretti in queste squallide gabbie” conclude Cupi.
L’indagine di CIWF Italia
Un’altra indagine è quella di CIWF Italia che con nuovo video chiede di smettere di vendere prodotti provenienti da sistemi di allevamento crudeli.
Il video mostra le medesime condizioni denunciate anche da Animal equality:
Per questo è stata lanciata la petizione VIA LE UOVA DA GABBIA DAGLI SCAFFALI DI CONAD, per firmarla clicca qui
LA REPLICA DI UNAITALIA
Unaitalia, l’associazione che rappresenta i produttori avicoli italiani, ovviamente si difende.
Secondo il presidente di Unaitalia, Antonio Forlini: “Non è corretto lasciare intendere, come fa l’associazione animalista nella denuncia pubblicata sul proprio sito e diffusa ai media, che le immagini di apertura del servizio del TG2 rappresentino le condizioni di vita delle galline ovaiole in Italia. Il servizio completo del Tg2 rende testimonianza, invece, di una realtà che segue al 100% le norme e che non ha pertanto criticità, oltre a rappresentare la maggioranza del settore. Un settore virtuoso, come testimoniato anche nell’intervista ad un rappresentate dell’Istituto Superiore di Sanità, che è costituito da aziende che operano nel rispetto della legge e, quindi, del benessere animale”.
Le immagini di apertura del servizio del Tg2 dedicato agli allevamenti di galline ovaiole evidenziano comportamenti e procedure che non sono assolutamente prassi comune negli allevamenti italiani e che danneggiano gravemente le migliaia di persone che ogni giorno lavorano nell’avicoltura italiana con orgoglio per produrre cibo sano e sicuro per tutti. Dopo aver visto le condizioni dell’allevamento denunciate da Animal Equality, Unaitalia ha fatto una segnalazione alle autorità competenti, perché venissero fatte le opportune verifiche e applicate le relative sanzioni.
Secondo Unaitalia, la ricostruzione dell’inchiesta e della relativa denuncia pubblicata da Animal Equality è ingannevole e danneggia l’immagine di un sistema produttivo all’avanguardia, che da tempo ha avviato con successo processi di valorizzazione, con una forte spinta all’innovazione, all’affermazione di nuove e più efficaci pratiche di allevamento e alla capacità di offrire risposte concrete alle nuove esigenze produttive.
La normativa europea che garantisce il benessere delle galline ovaiole è la più rigorosa al mondo e si basa sulle raccomandazioni del comitato permanente della convenzione europea per la protezione degli animali in allevamento e sul parere del comitato scientifico veterinario. La responsabilità delle aziende e la sensibilità dell’opinione pubblica hanno contribuito a raggiungere un quadro normativo che garantisce elevati standard di benessere per gli animali.
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Dominella Trunfio