Cozze: sono sicure? Le nuove analisi sui prodotti nei supermercati italiani (guida all’acquisto)

In che misura le cozze possono essere considerate un alimento sicuro?

In zuppa, gratinate, con la pasta: a molti piace mangiare le cozze, la cui “salubrità” rimarrà sempre opinabile. In grado di accumulare e assorbire batteri, contaminanti e biotossine marine, infatti, sul consumo di questi mitili bisogna andare coi piedi di piombo. Le cozze, insomma, sono sicure o no?

Ebbene, possono contenere diossina e pcb, ma anche salmonella ed E-coli, così come batteri meno pericolosi ma irritanti per l’intestino, i cosiddetti “enterobatteri”, e alcuni virus come quelli dell’epatite A ed E.

Tutto però, se a livelli nettamente bassi e nei limiti di legge, non deve destare preoccupazione. Almeno è questo quanto emerge da un’inchiesta de Il Salvagente (in edicola da oggi) che con la copertina dal titolo “Sapore di mare” affronta proprio il problema della sicurezza delle cozze.

La rivista dedicata ai consumatori ha analizzato in laboratorio 8 tipologie di cozze, comunemente reperibili in altrettanti supermercati nazionali, alla ricerca di inquinanti e agenti batterici come salmonella, listeria, metalli pesanti e diossine/pcb.

salvagente cover

I risultati emersi dalle indagini sarebbero rassicuranti, così come la qualità media delle retine di cozze analizzata sarebbe estremamente alta.

Vincenzo Cagnazzo, responsabile del laboratorio Re.Chem.An al quale Il Salvagente ha commissionato le analisi su diossina e pcb, afferma che “la presenza di valori bassi e molto simili tra loro testimoniano un profilo elevato di sicurezza alimentare non affatto scontato, visto che parliamo di cozze molto esposte all’inquinamento ambientale”.

Anche i controlli riguardanti igiene e batteri hanno dato gli stessi esiti positivi, soprattutto riguardo a salmonella ed escherichia coli: se rilevati, i due patogeni presentano un dato dieci volte inferiore al limite di legge.

Come acquistare e consumare le cozze

Pericolo scampato allora? Non proprio! Ricordate che la frode è dietro l’angolo e che, soprattutto, le cozze vanno consumate solo cotte.

Inoltre, anche se si trovano in commercio tutto l’anno, i mesi migliori per consumare le cozze vanno da maggio ad agosto.

Al momento dell’acquisto:

  • controllate che il colore delle cozze sia brillante e lucido e che le valve non siano rotte
  • acquistate solamente retine chiuse e con il bollino di provenienza, la data di raccolta e di confezionamento
  • una volta comprate, conservatele in frigorifero
  • mangiatele, solo cotte, entro 12 o al massimo 24 ore
  • prima di cucinarle, le cozze vanno pulite a fondo: eliminate le incrostazioni con uno spazzolino rigido o di metallo oppure strofinandole tra di loro; eliminate il bisso e la barbetta che fuoriesce dalle valve e togliete le eventuali cozze rotte (i mitili morti sono pieni di impurità). Sciacquate poi tutto sotto acqua corrente e lasciatele in ammollo in acqua e sale per eliminare eventuale sabbia residua

Questi sono i principali accorgimenti da tener presente se e quando si vogliono mangiare cozze.

Ma siamo proprio sicuri di volerlo fare? In realtà, ecco perché sarebbe meglio non mangiarle.

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Germana Carillo

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