Etichette nutrizionali che ricordano le batterie degli smartphone. È la proposta presentata dall'Italia all'Europa
Etichette nutrizionali che ricordano le batterie degli smartphone. È la proposta presentata dall’Italia all’Europa.
Non saranno dunque i colori a rappresentare i cubi “buoni” e quelli “cattivi”, nessun semaforo com’è accaduto in altri paesi europei.
A realizzare questo sistema di etichettatura “a batteria” è stato un gruppo di lavoro formato da nutrizionisti ed esperti di marketing, con la partecipazione delle associazioni di categoria e dei Ministeri dello Sviluppo economico, Salute, Agricoltura, Affari esteri e cooperazione internazionale.
A farlo sapere è stata l’Ansa che ha avuto modo di leggere il documento di accompagnamento. Precisa però l’Agenzia che non si tratta di una raccomandazione alle imprese nazionali come invece fatto dal governo francese con il nutri-score e da quello del Regno Unito con il semaforo, ma punta a essere un contributo al dibattito in Europa, sperando di concordare un sistema comune di etichetta comprensibile e non discriminatorio.
Come funziona l’etichetta “a batteria”
Un’icona a forma di batteria, simile a quella degli smartphone, indicherà la presenza di calorie, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale negli alimenti, per porzione. La parte carica della batteria rappresenta graficamente la percentuale di energia o di nutrienti contenuta in una singola porzione, permettendo così di capirlo visivamente.
È intuitivo anche pensare che per una dieta giornaliera equilibrata la somma di ciò che si mangia nell’arco della giornata non deve superare il 100% dell’importo giornaliero raccomandato.
Entro fine anno la Commissione europea dovrebbe formulare una proposta univoca poi ratificata dagli Stati membri.
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Francesca Mancuso