Nel Parlamento europeo non passa la riforma del copywrite e Wikipedia torna visibile in Italia. Dal 3 luglio fino a questa mattina, la celebre enciclopedia online aveva oscurato le proprie pagine per protestare contro la riforma sul diritto d'autore in discussione al Parlamento europeo.
Nel Parlamento europeo non passa la riforma del copywrite e Wikipedia torna visibile in Italia. Dal 3 luglio fino a questa mattina, la celebre enciclopedia online aveva oscurato le proprie pagine per protestare contro la riforma sul diritto d’autore in discussione al Parlamento europeo.
La versione italiana della più grande enciclopedia virtuale al mondo è tornata online a mezzogiorno circa di oggi, dopo 2 giorni di stop. Il team di Wikipedia Italia aveva motivato la propria decisione di impedire di accedere ai contenuti spiegando che il Parlamento europeo in seduta plenaria oggi avrebbe dovuto occuparsi dell’approvazione della direttiva sul copyright. Quest’ultima, se promulgata, secondo il team di Wikipedia, limiterà la libertà di Internet.
Tentando di aprire una qualunque delle pagine in italiano, si veniva ricondotti a una schermata in cui Wikipedia motivava il perché della protesta:
“Anziché aggiornare le leggi sul diritto d’autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell’informazione, essa minaccia la libertà online e crea ostacoli all’accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere”.
Perché oggi le pagine sono tornate visibili?
La plenaria del Parlamento europeo ha rinviato il voto a settembre. La direttiva che conteneva i contestati articoli 11 e 13 è stata respinta e verrà ridiscussa dopo l’estate. Riunito oggi in seduta plenaria, infatti, il Parlamento Ue ha votato contro l’avvio dei negoziati con Consiglio e Commissione Ue sulla proposta di direttiva per la riforma del copyright, che si basa sul diritto d’autore in rete.
“Vogliamo poter continuare a offrire un’enciclopedia libera, aperta, collaborativa e con contenuti verificabili. Chiediamo perciò a tutti i deputati del Parlamento europeo di respingere l’attuale testo della direttiva e di riaprire la discussione vagliando le tante proposte delle associazioni Wikimedia, a partire dall’abolizione degli artt. 11 e 13, nonché l’estensione della libertà di panorama a tutta l’UE e la protezione del pubblico dominio” si leggeva sulla pagina di protesta di Wikipedia.
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Gli articoli più controversi erano l’11 (Protezione delle pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo digitale) e il 13 (Utilizzo di contenuti protetti da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno accesso a grandi quantità di opere e altro materiale caricati dagli utenti).
L’art. 13 imponeva a siti che ospitano materiale caricato dagli utenti di effettuare un filtraggio preventivo dei contenuti onde prevenire il copyviol, non dopo come avviene oggi, e tutto attraverso filtri automatici (upload filter).
L’articolo 11, noto anche come “link tax”, prevedeva che la pubblicazione dei cosiddetti snippet (i ritagli di articolo che copia-incollano titolo e prime righe di un articolo, rimandando poi al link) sia vincolata a una licenza, in modo da gratificare economicamente il lavoro svolto da altri.
“Filtrare il contenuto in via preventiva consente di operare una vera e propria censura che, per proteggere il copyviol, autorizza, ma diciamo pure che incentiva il filtraggio di argomenti con una discrezionalità pressoché segreta: i filtri, anche ove li si volesse tenere visibili, sarebbero così tecnici e così annidati all’interno di un sito, da consentire “manovre” di censura in discreta tranquillità” dice Wikipedia.
Il web ha comunque bisogno di regole ma per la definizione è tutto rinviato a settembre.
Francesca Mancuso