Il colosso petrolifero Chevron ha avvelenato l'Amazzonia ecuadoriana scaricando miliardi di litri di scorie chimiche e rifiuti tossici, distruggendo un intero ecosistema. Anche gli indigeni che popolano la foresta ne hanno fatto le spese, colpiti da malattie e morte
Il colosso petrolifero Chevron ha avvelenato l’Amazzonia ecuadoriana scaricando miliardi di litri di scorie chimiche e rifiuti tossici, distruggendo un intero ecosistema. Anche gli indigeni che popolano la foresta ne hanno fatto le spese, colpiti da malattie e morte.
Adesso però si può fare davvero qualcosa per porre fine a questo scempio e costringere Chevron a pagare per i danni inflitti. Il più grande azionista infatti è il fondo pensionistico Vanguard il cui amministratore Bill McNabb ha già sfidato in passato gli abusi delle grandi aziende.
La battaglia legale delle comunità indigene dell’Ecuador contro Chevron non è affatto una novità, anzi. È una lotta in difesa della foresta Amazzonica che va avanti da 25 anni, diventando il simbolo di quelle in difesa per l’ambiente in tutto il mondo.
Oltre 20 giudici tra Ecuador e Canada, incluse le corti supreme di entrambi i paesi, hanno dato ragione alle comunità colpite, che chiedono che il gigante del petrolio si assuma le sue responsabilità per i rifiuti tossici scaricati nell’acqua potabile della popolazione.
La speranza di porre fine a questo massacro è tutta nelle mani del fondo pensione Vanguard e del suo direttore. Il fondo detiene una grande quota di azioni di Chevron e in passato McNabb ha già dato prova di sensibilità. È successo quando ha votato contro la dirigenza di ExxonMobile sul cambiamento climatico, o ancora quando ha criticato i salari d’oro dei manager di Viacom. Bill McNabb sostiene infatti che i direttori delle grandi aziende debbano essere “una forza del bene”.
Cosa possiamo fare?
Tra 24 ore circa si svolgerà l’assemblea degli azionisti di Chevron. Il voto di Bill McNabb potrà essere determinante visto che ci sono già altri 30 azionisti che stanno chiedendo all’azienda di accettare la sentenza dei giudici che sostengono le accuse mosse dalle comunità colpite, auspicando che il colosso petrolifero possa farsi carico dei danni inflitti alla foresta e ala popolazione dell’Ecuador.
Foto: Creative Commons / Flickr – Caroline Bennett / Rainforest Action Network
Per questo su Aavaz è stata lanciata una petizione in cui sui chiede a Bill McNabb, al comitato di controllo degli investimenti di Vanguard, e a tutti gli azionisti di Chevron giustizia per l’Amazzonia e i suoi abitanti :
“Noi cittadini di tutto il mondo che amano il loro Pianeta, crediamo che Chevron debba essere ritenuta responsabile della devastazione causata alle terre, ai fiumi e alla popolazione in Ecuador. Vi chiediamo di sostenere le due proposte per gli azionisti presentate da Zevin Asset Management e Newground Social Investment, e di usare la vostra influenza perché anche altri si uniscano. In quanto principali azionisti di Chevron, avete un ruolo centrale nel persuadere la direzione dell’azienda a raggiungere un accordo giusto con le comunità colpite in Ecuador”.
Se si ruscirà a convincere McNabb grazie alla raccolta firme, il suo voto potrà fare ottenere la maggioranza contro la direzione di Chevron. Mancano poche ore e circa 200mila firme.
Per firmare la petizione clicca qui
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Francesca Mancuso