Dalle lamiere di una baracca in un territorio, quello di Archi conosciuto ai più solo per fatti legati alla criminalità organizzata, al palcoscenico di Cannes. Marcello Fonte, calabrese di origine e romano d’azione, vince la Palma d’oro come miglior protagonista maschile per Dogman di Garrone.
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Dalle lamiere di una baracca in un territorio, quello di Archi, conosciuto ai più solo per fatti legati alla criminalità organizzata, al palcoscenico di Cannes. Marcello Fonte, calabrese di origine e romano d’azione, vince la Palma d’oro come miglior protagonista maschile per Dogman di Garrone.
Una storia di speranza e di riscatto, quella di Marcello Fonte, custode del Nuovo Cinema Palazzo, lo stabile occupato a San Lorenzo nella capitale: da imbucato sui set per mangiare i cestini a super protagonista dell’evento più atteso dal mondo del cinema.
“Da piccolo, quando ero a casa mia, pioveva sopra le lamiere. Chiudevo gli occhi e mi sembrava di sentire gli applausi. Invece adesso li apro, e quegli applausi siete voi e c’è un calore che è come una famiglia”.
Fa sorridere e fa commuovere Forte, incredulo davanti alla platea e accanto alla giurata Khadjia Nin e a Roberto Benigni che gli hanno consegnato il premio come miglior attore. Nato a Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, ma cresciuto nel quartiere di Archi, l’attore classe ’79 si trasferisce a Roma negli anni Novanta, insieme al fratello.
Una lunga gavetta iniziata con il debutto nel grande schermo con ‘Apri gli occhi e… sogna’ di Rosario Errico e poi collaborazioni in ruoli marginali con grandi registi: Scola, Soavi, ma anche Scorsese e Alice Rohrwacher. Nel 2015 scrive, dirige a quattro mani con il regista Paolo Tripodi e interpreta ‘Asino vola’, film presentato al Locarno Festival all’interno della sezione Piazza Grande, mentre in tv recita in ‘Don Matteo’ e nella serie ‘La mafia uccide solo d’estate’.
L’omaggio del Nuovo cinema Palazzo:
Nel 2018 è sul grande schermo con ‘Io sono Tempesta’ di Daniele Luchetti e ‘Dogman’ di Matteo Garrone che gli affida il ruolo del fragile protagonista per il film ispirato alla vicenda del ‘canaro della Magliana’.
“Si chiude un cerchio e se ne apre uno nuovo con questo premio, un premio che dedico anche a mio padre che ha cresciuto me e i miei fratelli senza avere niente, con l’arte d’arrangiarsi e che ora non c’è più”.
Ma Fonte è stato anche un tuttofare dentro e fuori dal set, per questo la Palma d’oro vale doppio. Sarto, imbianchino, barbiere, comparsa.
”Il cinema è la mia famiglia ogni granello della sabbia di Cannes è una meraviglia. Grazie a Matteo che si è fidato che ha avuto il coraggio…”.
Dominella Trunfio