Fusione nucleare: sarà a Frascati il centro di ricerca sperimentale dell’energia pulita e illimitata

Al via l'esperimento per la fusione nucleare che produrrà energia pulita, illimitata e senza rischi, con una tecnologia avanzata e sostenibile. La Divertor Tokamak Test facility (DTT), il Centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla fusione nucleare sarà ospitato nel sito di Frascati (Roma)

Al via l’esperimento per la fusione nucleare che produrrà energia pulita, illimitata e senza rischi, con una tecnologia avanzata e sostenibile. La Divertor Tokamak Test facility (DTT), il Centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla fusione nucleare sarà ospitato nel sito di Frascati (Roma).

È quanto ha stabilito il Consiglio di Amministrazione dell’ENEA, che ha approvato la Relazione conclusiva con la graduatoria finale delle nove località, sulla base dei requisiti tecnici, economici ed ambientali richiesti.

La Divertor Tokamak Test facility (DTT), il Centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla fusione nucleare sarà ospitato nel sito di Frascati (Roma). È quanto ha stabilito il Consiglio di Amministrazione dell’ENEA, che ha approvato la Relazione conclusiva con la graduatoria finale delle nove località, sulla base dei requisiti tecnici, economici ed ambientali richiesti.

L’avvio dei lavori della DTT è atteso entro il 30 novembre 2018, con la previsione di concluderli in sette anni; saranno coinvolte oltre 1500 persone di cui 500 direttamente e altre 1000 nell’indotto con un ritorno stimato di 2 miliardi di euro, a fronte di un investimento di circa 500 milioni di euro.

Il progetto DTT e la fusione nucleare

La fusione, processo opposto alla fissione nucleare, si propone di riprodurre il meccanismo fisico che alimenta le stelle per ottenere energia rinnovabile, sicura, economicamente competitiva, in grado di sostituire i combustibili fossili e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.

La DTT nasce per fornire risposte scientifiche e tecnologiche ad alcune problematiche particolarmente complesse del processo di fusione (come la gestione di temperature elevatissime) e si pone quale “anello” di collegamento tra i grandi progetti internazionali ITER[2] e DEMO, il reattore che dopo il 2050 dovrà produrre energia elettrica da fusione nucleare.

Ideata dall’ENEA in collaborazione con CNR, INFN, Consorzio RFX, CREATE e alcune tra le più prestigiose università italiane, la DTT sarà un cilindro ipertecnologico alto 10 metri con raggio 5, all’interno del quale saranno confinati 33 metri cubi di plasma con un’intensità di corrente di 6 milioni di Ampere (pari alla corrente di sei milioni di lampade) e un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di watt per metro quadrato (oltre due volte la potenza di un razzo al decollo).Il plasma lavorerà a oltre 100 milioni di gradi mentre gli oltre 40 km di cavi superconduttori di niobio, stagno, titanio distanti solo poche decine di centimetri, saranno a 269 °C sotto zero.

Bersaglio di tutta la sorgente di potenza, il divertore, elemento chiave del tokamak e il più sollecitato dalle altissime potenze, composto di tungsteno o metalli liquidi, rimuovibili grazie a sistemi altamente innovativi di remote handling.

“DTT rappresenta una grande sfida tecnologica per il nostro Paese che potrà generare un giro d’affari di 2 miliardi di euro e riqualificare il tessuto industriale nazionale”, ha dichiarato Flavio Crisanti, Responsabile scientifico del progetto.

È questo, dunque, i futuro dell’energia: su larga scala nella seconda metà del secolo, dicono gli esperti.

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Roberta Ragni

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