Pi greco: come la costante di Archimede ha cambiato la nostra vita

Oggi, 14 marzo, è il Pi greco Day, un'intera giornata dedicata a uno dei numeri più famosi della matematica. Ma non solo. Il Pi Greco influenza in modi che neanche immaginiamo la nostra vita quotidiana

Una data non casuale visto che gli inglesi la scrivono 3.14, le prime cifre del pi greco. Ma cos’è esattamente? E perché è così importante da aver un giorno tutto per se?

Il Pi greco è una costante matematica ossia un numero che ha un valore definito in modo astratto, indipendente da misure di carattere fisico.Dopo la virgola decimale sono state calcolate oltre mille miliardi di cifre. Ha un’altra particolarità. Essendo un numero irrazionale e trascendente può continuare all’infinito senza ripetizioni. Questa sua natura lo rende una divertente sfida. Si tratta infatti di un numero praticamente impossibile da memorizzare.

La storia del Pi greco

Noto anche come Costante di Archimede, il Pi Greco viene raffigurato con la lettera greca π, che è l’iniziale sia della parola greca περίμετρος (“perimetros”, perimetro), sia quella di Pitagora. Il primo a usare questo nome nel 1706 fu il matematico inglese William Jones nel testo A New Introduction to Mathematics. Tuttavia la sua storia va decisamente molto indietro.

Il Pi Greco infatti è noto da circa 4000 anni. I primi a utilizzarlo furono i Babilonesi, interpretandolo come 3,125. Toccò poi agli Egizi (3,1605) e ai Cinesi (3). Nel 434 a.C. Anassagora lo utilizzò per tentare la quadratura del cerchio, ma nel III secolo a.C. Archimede ebbe il merito di approssimarlo al 3,1419 che oggi conosciamo. Arrivando ai giorni nostri, anche i supercomputer si sono cimentati a calcolare i numeri dopo la virgola, arrivando a 5 mila miliardi di numeri ma non riuscendo a scrivere la parola fine di questa suggestiva combinazione numerica.

Il Pi Greco nella vita quotidiana

Per dare un’idea della portata di questo numero, se potessimo riempire tutti i tronchi e tutte le foglie del mondo con migliaia di cifre, le foreste della Terra non basterebbero a rappresentarlo per intero.

Non solo nei problemi matematici. Il Pi greco esce fuori dalle aule scolastiche, dove viene utilizzato per calcolare il rapporto fra la circonferenza e il diametro del cerchio. Utilizzando in diversi campi, dall’elettromagnetismo alla meccanica quantistica, il Pi greco è applicato anche al Principio di Indeterminazione di Heisenberg, al periodo di oscillazione del pendolo e alla forza di Coulomb tra due oggetti carichi elettricamente. Queste leggi della fisica ribalterebbero il nostro quotidiano se non avessero il Pi greco a governarle.

Le corde di una chitarra che vibrano, un’onda elettromagnetica che si diffonde, un profumo che si espande nell’aria, ma anche la diffusione di un virus influenzale, la temperatura che sale in un oggetto metallico. Anche la produzione industriale, la medicina, la progettazione di edifici e ponti dipendono dal Pi greco.

Non sono solo le discipline scientifiche a utilizzare il Pi Greco ma anche le scienze sociali, tra cui la statistica, che sfuttano la distribuzione a campana della curva gaussiana, nella cui funzione rientra il Pi Greco.

E poi possiamo davvero trovarlo in tutto ciò che ci circonda. Ad esempio, sappiamo quanto dista il nostro alluce dall’ombelico? E l’ombelico dalla parte più alta della testa? La risposta è sempre basata sul 3,14, cifra trovata anche negli arcobaleni e nei cerchi che si formano quando gettiamo un sasso nell’acqua.

Curiosità

Volete provare a ricordarnele prime 19 cifre? Imparate a memoria questa frase: “Ave, o Roma o Madre gagliarda di latine virtù che tanto luminoso splendore prodiga spargesti con la tua saggezza”. Poi associate a ogni parola il numero corrispondente di lettere che la compongono. Et voilà: 3,14159 26535 89793 238.

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