Less is more, il nuovo rapporto Greenpeace per ridurre del 50% il consumo di carne e latticini

E’ noto come l’eccessivo consumo di carne e latticini stia portando non solo a cattive condizioni di salute nei paesi sviluppati ma anche a seri problemi di carattere ambientale. Riducendo l’utilizzo delle proteine animali, invece, ci sarebbe tanto da guadagnare. Greenpeace nel suo ultimo rapporto propone un obiettivo ambizioso: ridurre i consumi del 50% entro il 2050.

È noto come l’eccessivo consumo di carne e latticini stia portando non solo a cattive condizioni di salute nei paesi sviluppati ma anche a seri problemi di carattere ambientale. Riducendo l’utilizzo delle proteine animali, invece, ci sarebbe tanto da guadagnare. Greenpeace nel suo ultimo rapporto propone un obiettivo ambizioso: ridurre i consumi del 50% entro il 2050.

La nota associazione ambientalista, sottolinea la necessità di far fronte ad una situazione molto seria, quella che deriva da un consumo troppo alto di carne, latte e derivati che sta mettendo seriamente a rischio il benessere del nostro pianeta. Nel rapporto intitolato “Less is more: reducing meat and dairy for a healthier life and planet” (Meno è meglio: ridurre carne e latticini per una vita e un pianeta più sani) chiede a tutti di impegnarsi per far sì che, entro il 2050, si riduca drasticamente (di ben il 50%) il consumo di alimenti di origine animale.

Greenpeace afferma che questo si rende necessario se vogliamo rimanere in linea con l’accordo di Parigi ed evitare pericolosi cambiamenti climatici. Se non controllata e arginata la situazione, si prevede infatti che l’agricoltura e gli allevamenti nei prossimi decenni produrranno il 52% delle emissioni globali di gas serra, il 70% delle quali proveniente proprio dall’industria della carne e dei prodotti caseari.

Nel rapporto si sottolineano i molti benefici che si otterrebbero dimezzando il consumo di carne e latticini:

  • Combattere i cambiamenti climatici: la produzione di carne contribuisce notevolmente alle emissioni di gas serra e, se vogliamo limitare l’aumento della temperatura sulla terra, dobbiamo obbligatoriamente affrontare l’industria della carne. Secondo gli esperti la riduzione del 50% nel consumo di prodotti animali “porterà a una riduzione del 64% dei gas serra (…) si tratta di circa 7 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno
  • Meno deforestazione: circa un quarto della terra viene utilizzata per il pascolo degli animali. Questo è un importante fattore di deforestazione e rimozione della savana naturale, praterie e foreste native che, una volta distrutte, non potranno mai tornare nella loro forma originale.
  • Proteggere le specie in via di estinzione: gli animali al pascolo e le vaste monocolture necessarie per nutrirli occupano molto spazio e spingono le specie selvatiche ad andare altrove. Molti grandi erbivori sono minacciati proprio da questa situazione.
  • Proteggere le fonti di acqua: l’acqua è una delle risorse più preziose che abbiamo eppure spesso viene sprecata proprio per produrre carne. È necessaria un’enorme quantità d’acqua per produrre carne, sarebbe invece molto più efficiente utilizzarla per coltivare le piante adatte al consumo umano.
  • Ci fa guadagnare in salute: Greenpeace ci ricorda che mangiare meno carne significa stare meglio. Il rapporto cita una serie di studi che collegano il consumo di prodotti animali a cancro, obesità, diabete, malattie cardiovascolari e altro. Mangiare meno carne ridurrebbe anche l’esposizione alle intossicazioni alimentari e all’inquinamento atmosferico e diminuirebbe il problema della resistenza agli antibiotici.

Come raggiungere l’obiettivo?

Greenpeace ritiene l’obiettivo raggiungibile a patto che si faccia pressione sui governi per rimuovere i sussidi che sostengono l’agricoltura animale di tipo industriale incentivando i produttori locali su piccola scala maggiormente etici.

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Non è poi da sottovalutare il potere dei singoli acquirenti. Come ha dichiarato il direttore esecutivo di Greenpeace International, Bunny McDiarmid, in un comunicato stampa:

Quello che decidiamo di mangiare, come individui e come società globale, è uno degli strumenti più potenti che abbiamo nella lotta contro il cambiamento climatico e la distruzione ambientale.

Cosa possiamo fare noi?

Greenpeace nella pagina della campagna invita a compiere 4 piccoli passi che ognuno di noi può fare per raggiungere l’obiettivo. A partire da quello di informarsi e rendersi conto che l’impatto della carne è davvero devastante:

“Non sei convinto dell’impatto che carne e prodotti caseari hanno sui nostri ecosistemi? Considera questo. In termini di massa, c’è più bestiame che umano sul pianeta.Il peso della popolazione bovina globale è passato a 130 milioni di tonnellate nel 2010, con gli esseri umani a soli 100 milioni di tonnellate”.

Alla luce di questo chiede a ciascuno di porsi un’obiettivo settimanale di fare a meno di uno, due o tutti i pasti a base di carne e latticini e volendo a postare le proprie ricette sul sito della campagna dove è possibile anche scaricare per intero il rapporto.

Che ne pensate? Vi sembra un obiettivo realizzabile?

Sulla necessità di ridurre il consumo di carne, latte e formaggi leggi anche:

Francesca Biagioli

Foto: Greenpeace

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