I cioccolatini non sono il modo più green di festeggiare San Valentino

Cioccolatini a San Valentino. Una moda ormai consolidata ma che è al di la del romanticismo è tutt'altro che rispettosa dell'ambiente. Un nuovo rapporto ha collegato la crescente domanda globale di cacao alla deforestazione in Asia e in Africa

Cioccolatini a San Valentino. Una moda ormai consolidata ma che è al di la del romanticismo è tutt’altro che rispettosa dell’ambiente. Un nuovo rapporto ha collegato la crescente domanda globale di cacao alla deforestazione in Asia e in Africa.

Solo due dei maggiori produttori mondiali di cioccolato, Olam e Hershey, hanno dichiarato che si impegneranno immediatamente a produrre cacao senza deforestazione.

Una nuova indagine del Guardian e di Mighty Earth ha confermato che il cacao sta guidando la deforestazione in Africa occidentale. Il team di lavoro ha mappato le regioni produttrici di cacao in Indonesia, Perù, Ecuador e Camerun.

Mighty Earth ha raccolto i dati di importazione-esportazione di cacao e le mappe delle regioni in cui viene coltivato e li ha sovrapposti alle mappe della deforestazione tra il 2000 e il 2016. È stato così scoperto che c’è deforestazione su larga scala nei quattro paesi su cui sono concentrate le coltivazioni di cacao svelando anche cosa potrebbe accadere alle foreste dell’Africa occidentale se l’industria del cioccolato non cambierà rotta.

La mappatura soprannominata di San Valentino garantisce indagini più dettagliate sulle aziende che guidano la deforestazione dovuta al cacao in tutto il mondo. È certo che l’industria del cioccolato si stia espandendo proprio adesso in paesi come l’Indonesia, il Perù, l’Ecuador e il Camerun che vantano ancora enormi foreste pluviali.

Con l’aumento della domanda di cioccolato, l’industria rischia di espandersi in modo aggressivo sia in queste nazioni che in quelle in cui si trova ancora foresta pluviale, esportando le stesse cattive pratiche che hanno contribuito alla distruzione quasi totale delle foreste dell’Africa occidentale.

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La Costa d’Avorio e il Ghana sono un esempio negativo ma anche una sorta di ammonimento su ciò che potrebbe accadere in altri paesi dove il cacao si sta diffondendo. Qui le foreste sono state distrutte per far posto alle piantagioni ma il vento è cambiato.

“Dopo la nostra relazione nell’autunno del 2017, 24 importanti aziende produttrici di cioccolato si sono unite ai governi del Ghana e della Costa d’Avorio per impegnarsi a non cedere alla nuova deforestazione, alla riforestazione e alla tracciabilità nell’Africa occidentale. Queste aziende e i governi hanno molto da fare per soddisfare queste promesse. Ma solo una manciata di aziende ha assunto un impegno globale per il cacao privo di deforestazione. È tempo che il resto dell’industria del cioccolato faccia lo stesso” rivelano gli autori della ricerca.

Tra le società che si stanno impegnando a rendere sostenibile il cioccolato troviamo Olam International e Hershey che hanno promesso di azzerare la deforestazione per il cacao in tutto il mondo immediatamente e anche per l’agroforestazione. Altre, come Barry Callebaut hanno annunciato di farlo ma entro il 2025.

Altri ancora come Mondelez si sono impegnati a produrre cacaco senza deforestazione ma non in tutto il mondo, finora solo nell’Africa occidentale.

“È giunto il momento che l’intero settore ripulisca il proprio operato e si muova velocemente per attuare forti politiche di deforestazione zero in tutto il mondo per il cacao, specialmente quelle aziende che Mighty Earth aveva già nominato nell’ultimo rapporto come collegate a catene di fornitura di cacao disboscate illegalmente, con cacao proveniente anche dai parchi nazionali. Stiamo chiedendo all’industria del cioccolato di fare la cosa giusta e mandare un bradipo a San Valentino in Perù, giaguari in Ecuador e bufali nani in Indonesia, salvando le loro case nelle foreste” spiega Might Earth.

Una scelta che potrebbe davvero salvare le foreste di tutto il mondo. La perdita globale di foreste causata dalla produzione di cacao è stata di circa 2-3 milioni di ettari dal 1988 al 2008, pari a circa l’1% della perdita totale. Il cacao rappresenta l’8% della deforestazione legata alle importazioni UE di prodotti vegetali tra il 1990 e il 2008. Dal 2000 al 2014, la produzione mondiale di semi di cacao è aumentata del 32% – da 3,4 a 4,5 milioni di tonnellate – mentre l’impronta dell’uso del suolo delle piantagioni di cacao è cresciuta del 37%, da 7,6 a 10,4 milioni di ettari.

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La produzione di cacao è cresciuta dal 2007 ad oggi in paesi come Papua Nuova Guinea, Malesia, Repubblica Dominicana, Liberia, Uganda, Colombia, Sierra Leone.

Francesca Mancuso

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