La quinoa è una pianta molto particolare, non solo produce uno pseudo cereale davvero interessante dal punto di vista nutrizionale ma è dotata anche di un’ottima resistenza al sole. Fino ad oggi non erano però stati svelati i meccanismi grazie ai quali la quinoa è in grado di difendersi al meglio dagli agenti atmosferici. A questo proposito è arrivata adesso una nuova ricerca.
La quinoa è una pianta molto particolare, non solo produce uno pseudo cereale davvero interessante dal punto di vista nutrizionale ma è dotata anche di un’ottima resistenza al sole. Fino ad oggi non erano però stati svelati i meccanismi grazie ai quali la quinoa è in grado di difendersi al meglio dagli agenti atmosferici. A questo proposito è arrivata adesso una nuova ricerca.
La quinoa (Chenopodium quinoa Willd) è uno pseudo cereale proveniente dalla regione andina che ha attirato l’interesse mondiale negli ultimi due decenni grazie al suo elevato contenuto proteico e al fatto di essere un alimento particolarmente equilibrato in quanto ad aminoacidi.
Un gruppo di ricerca tutto italiano ha voluto analizzare il meccanismo biologico che permette alla quinoa (Chenopodium quinoa Willd) di difendersi al meglio dal sole resistendo al calore e dunque sopravvivendo molto più a lungo rispetto ad altre specie vegetali.
Si parte dal presupposto che l’aumento della radiazione ultravioletta B (UVB) dovuta al cambiamento globale può influenzare la crescita e il metabolismo delle piante. Lo studio ha valutato la capacità della quinoa di resistere a una breve irradiazione UVB acuta.
La quinoa era esposta quotidianamente per 30 o 60 minuti a 1,69 W m-2 UVB. I risultati hanno mostrato che l’esposizione per 30 minuti non ha causato gravi alterazioni sui pigmenti fotosintetici e sui flavonoidi ma è stato osservato un significativo aumento della capacità antiossidante. L’esposizione a 60 minuti aveva invece ridotto quasi tutti questi parametri tranne che per un aumento della de-epossidazione dei pigmenti del ciclo delle xantofille.
Nel complesso i dati ottenuti dalla ricerca suggeriscono che la quinoa modula diversi meccanismi di risposta a seconda del dosaggio di irradiazione UVB.
Questa pianta sostanzialmente mette in atto alcuni adattamenti fisiologici e metabolici che gli permettono di rallentare i processi degenerativi naturali dovuti all’azione dei raggi ultravioletti di tipo B ed è proprio così che si garantisce una lunga vita.
Lo studio, coordinato da Lorenzo Guglielminetti, professore del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa è stato finanziato dalla Schlumberger Foundation a Thais Huarancca Reyes nell’ambito del programma “Faculty for the Future”. Così ha commentato il professor Guglielminetti:
“Negli ultimi anni gli studi incentrati sulla percezione e sulla risposta ai raggi ultravioletti sono decisamente aumentati, un interesse legato anche alla riduzione dello strato di ozono nell’atmosfera degli ultimi decenni. Tuttavia, ricerche approfondite sulla risposta di una pianta adattata a esposizioni ultraviolette estreme di tipo B, come la quinoa, non erano ad oggi ancora disponibili”.
I risultati della ricerca, pubblicata su Scientific Reports, sono di grande rilevanza in quanto aprono le porte a nuovi sviluppi nel campo della genetica agraria, in sostanza si pensa che i meccanismi svelati dai ricercatori di Pisa possano essere utili a migliorare la risposta agli agenti atmosferici delle diverse colture agricole.
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