Avete mai pensato al terreno come ad una sorta di “scatola nera” da cui possiamo trarre molte informazioni utili? Alcuni scienziati hanno deciso di analizzarlo ponendo particolare attenzione al ruolo dei microbi da cui dipende la vita sul nostro pianeta.
Avete mai pensato al terreno come ad una sorta di “scatola nera” da cui possiamo trarre molte informazioni utili? Alcuni scienziati hanno deciso di analizzarlo ponendo particolare attenzione al ruolo dei microbi da cui dipende la vita sul nostro pianeta.
I microrganismi presenti nel suolo svolgono un ruolo vitale nella crescita del cibo e nel sostenere il pianeta ma, nonostante questo, ad oggi non molti scienziati gli hanno prestato la dovuta attenzione. Non sono stati ancora identificati la maggior parte dei microbi presenti nella terra ma sarebbe invece importante conoscerli meglio in quanto, un solo cucchiaio di suolo, ne contiene miliardi e da essi sembra dipendere la nostra sopravvivenza.
Questi microscopici microrganismi, infatti, creano terreni fertili, aiutano le piante a crescere, consumano e rilasciano anidride carbonica, ossigeno e altri elementi vitali.
All’argomento si sta interessando Noah Fierer, ricercatore presso l’Università del Colorado, che vuole ridare a questi organismi il posto e l’attenzione che meritano visto il ruolo chiave che hanno e i compiti che svolgono a nostro favore direttamente o indirettamente.
Vi sono però delle difficoltà da affrontare. Questi microrganismi sono estremamente difficili da studiare, anche perché la maggior parte cresce nella sporcizia. Fierer e altri scienziati hanno, però, escogitato nuovi modi per analizzarli: raccolgono campioni di terreno ed estraggono tutto il DNA contenuto in quel campione, riuscendo, così, ad avere informazioni sulla totalità degli organismi che vivono in quel tratto di suolo. Si concentrano in particolare a guardare una porzione di DNA che è comune a tutti gli organismi viventi per poi fare un catalogo delle diverse versioni trovate relativamente a quella porzione. Possono in tal modo arrivare a stimare quanti diversi tipi di microbi vivono in quel campione e anche quanto comune sia ciascun tipo di microrganismo.
C’è un grande consorzio di scienziati, chiamato Earth Microbiome Project, che usa questo approccio per studiare i microbi del suolo. Fierer ovviamente ne fa parte e proprio lui, insieme al suo team di ricerca, ha scoperto che, anche se ci possono essere milioni di microbi nel suolo, c’è un gruppo relativamente piccolo che sembra dominare.
Fierer ha stilato un elenco di 500 batteri che rappresentano quasi la metà di tutti microrganismi presenti nel suolo ed è convinto che, per comprendere al meglio l’ecosistema del terreno, bisogna iniziare concentrandosi proprio su queste specie dominanti. La chiama la “lista dei più ricercati” ma è anche una lista di punti interrogativi in quanto la maggior parte dei microrganismi non sono mai stati classificati e dunque si tratta di specie senza nome.
Questi microbi del suolo, siano essi comuni o rari, potrebbero anche essere la fonte di nuove importanti scoperte. Insomma una “scatola nera” che potrebbe darci davvero molte informazioni interessanti.
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Il rapporto di Fierer è stato pubblicato sulla rivista Science.
Francesca Biagioli