Mai più allevamenti di animali da pelliccia. La Norvegia, in passato primo paese produttore di pellicce di volpi, va verso una svolta ecologica: entro il 2025 tutte le aziende dovranno chiudere i battenti.
Mai più allevamenti di animali da pelliccia. La Norvegia, in passato primo paese produttore di pellicce di volpi, va verso una svolta ecologica: entro il 2025 tutte le aziende dovranno chiudere i battenti.
Ed è una decisione davvero epocale, considerando che nel paese nordeuropeo ci sono oltre duecento allevamenti dove ogni anno trovano la morte 610mila visioni e 150mila volpi. I dati sono quelli del ministero dell’Agricoltura che sottolinea che attualmente la Norvegia è uno dei più importanti produttori europei.
Così dopo Regno Unito, Austria, Paesi Bassi, Germania, Repubblica ceca e altri paesi, adesso il governo di minoranza di destra è riuscito a varare una legge che salverà gli animali da un’inutile morte.
A portare avanti la battaglia è stata Erna Solberg, ma il tutto è frutto di un’alleanza tra il Partito dei conservatori, il Partito del progresso e il Partito liberale di centro-destra, quest’ultimo ha nel suo programma, anche la difesa dei diritti degli animali e dell’ambiente in generale.
Una volta fissata la compensazione economica per le aziende agricole interessate dal provvedimento, il piano sarà votato dal Parlamento norvegese, ma sarà solo una formalità visto che sette dei nove partiti hanno già ufficializzato il loro si alla proposta.
Dura la reazione dei allevatori che per voce di Guri Wormdahl, responsabile dell’associazione degli allevamenti, fanno sapere il loro disappunto per una decisione che “costerà posti di lavori”. Esultano, invece ambientalisti e animalisti.
“Siamo felici, finalmente viene fermato un business crudele e fuori dal tempo, in un mondo di crescente sensibilità dei consumatori all’esigenza di rispettare le specie animali e la natura in generale”afferma la leader del gruppo Noah, Siri Martinsen.
Ricordiamo che tanti brand dell’alta moda hanno già detto no alle pellicce, da quest’anno nelle sfilate di Gucci non vedremo più visone, volpe, zibellino, karakul noto come Swakara, agnello Persiano o Astrakhan, coniglio, opossum e molti altri animali appositamente allevati o catturati. Hugo Boss e Armani avevano già sposato la causa fur free.
Dell’orrore che si cela dietro agli allevamenti ne abbiamo più volpe parlato, lo scorso agosto un’indagine del gruppo finlandese Oikeutta Eläimille mostrava immagini spaventose di volpi geneticamente modificate per avere più pelle del normale. Animali rinchiusi in minuscole gabbie, privati della loro libertà e utilizzati come merce nell’azienda della moda del lusso.
Wow! Animal rights organisation @NOAHAktiv announced that #Norway is introducing a total ban on fur farming. This is truly a massive victory for animals! Congratulations Norwegians! In 2017 @mariannethieme spoke at NOAH’s #antifur march in #Oslo: https://t.co/42pzG9eky2
— PartyfortheAnimals (@Party4Animals) 16 gennaio 2018
La verità sulle pellicce:
- PELLICCE ‘ETICHE’? ECCO L’ORRIBILE VERITÀ DELL’INDUSTRIA DELLA MODA EUROPEA
- PELLICCE DI CANE E GATTO: NUOVA INVESTIGAZIONE CHOC IN CINA (VIDEO)
Accanto alle volpi, ci sono visoni, conigli, zibellini etc, ma per fortuna il cambiamento è già in corso: sono sempre di meno coloro che scelgono pellicce vere e il rispetto verso gli animali è più radicato nelle persone. Dall’altro i grandi nomi della moda stanno attuando politiche di responsabilità sociale che vanno proprio in questa direzione.
Dominella Trunfio