Alcuni scienziati statunitensi stanno lavorando su uno strumento che userebbe l’intelligenza artificiale (AI) per imparare e tradurre le vocalizzazioni degli animali e le espressioni facciali.
Quanto vi piacerebbe capire cosa vi vogliano davvero dire i vostri amici a quattro zampe quando scodinzolano o si mettono a pancia all’aria? Molti di voi risponderanno che, suvvia, quell’intesa di amorosi sensi con l’amico peloso già basta per comprendere in toto le sue esigenze, molti altri venderebbero invece l’anima al diavolo pur di avere una sorta di “traduttore” del linguaggio di Fido&Co.
Nulla di più fantascientifico? Non proprio. Alcuni scienziati statunitensi stanno lavorando su uno strumento che userebbe l’intelligenza artificiale (AI) per imparare e tradurre le vocalizzazioni degli animali e le espressioni facciali in qualcosa che possiamo capire. E secondo NBC News, un recente rapporto sponsorizzato da Amazon sulle tendenze future dice che tra circa un decennio avremo un traduttore per animali domestici. Gli esperti prevedono, infatti, che questa tecnologia sarà ampiamente disponibile entro il 2022. Uno degli autori del rapporto, il futurologo comportamentista William Higham, ha specificamente indicato il lavoro del dott. Slobodchikoff come alcuni dei progressi principali verso la creazione di un traduttore per animali. Ma di cosa si tratta?
Gli studenti della Northern Arizona University di Flagstaff, capeggiati, appunto, da Con Slobodchikoff, hanno studiato le diverse tecniche di linguaggio. Slobodchikoff ha dedicato trent’anni della sua vita al linguaggio animale tanto da fondare la “Animal Communications”. Esperto di cani e gatti, negli ultimi anni ha dirottato i suoi studi su un animale in particolare, il “prairie dog”, un roditore simile a una marmotta molto diffuso tra Stati Uniti, Canada e Messico.
“Tra loro usano il più sofisticato linguaggio animale mai codificato – ha raccontato Con Slobodchikoff – hanno fonemi simili alle parole, li combinano tra loro, usano quello che potremmo definire un chiacchiericcio sociale”. Un vero sistema che consente a questi animali di distinguere i diversi predatori e di sviluppare degli “allarmi” con cui riescono a definire la specie del predatore, grandezza e colore.
Ora, con l’aiuto di un collega di informatica, ha trasformato questa sorta di vocalizzazioni in inglese e l’anno scorso ha fondato una società chiamata Zoolingua con lo scopo di sviluppare uno strumento simile per tradurre suoni di animali domestici, espressioni facciali e movimenti del corpo.
“Ho pensato, se possiamo farlo con i cani della prateria, possiamo certamente farlo con cani e gatti”, ha detto Slobodchikoff.
In questo momento Slobodchikoff sta raccogliendo migliaia di video di cani che mostrano vari latrati, atteggiamenti e movimenti del corpo, che userà a sua volta per sviluppare un algoritmo di intelligenza artificiale sui metodi che gli animali usano per comunicare.
Gli scienziati dicono che anche se il traduttore di intelligenza artificiale diventa una realtà, c’è ancora molta strada da fare prima di poter parlare con gli animali domestici. Quel che è vero, nel frattempo, è il sogno di molti di comunicare con il proprio animale domestico non è poi così impossibile da realizzare.
Intanto iniziamo a conoscere e a decifrare il linguaggio dei cani: cani o gatti che siano già hanno il loro modo per farsi capire più che bene! E noi, di contro, ben sappiamo come vanno curati, trattati e soprattutto… ascoltati!
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Germana Carillo