La Basilica di Santa Maria di Sion è solo una delle chiese simbolo che furono costruite nell’antico regno di Axum, oggi parte dell’Etipiota, che fu una delle prime nazioni al mondo ad adottare il cristianesimo.
La Basilica di Santa Maria di Sion è solo una delle chiese simbolo che furono costruite nell’antico regno di Axum, oggi parte dell’Etipiota, che fu una delle prime nazioni al mondo ad adottare il cristianesimo.
La religione cristiana si diffonde nel 330 d.C. quando il re Ezana il Grande la impone come religione di stato e ordina la costruzione della Basilica di Santa Maria di Tsion che racchiude una leggenda.
Secondo la tradizione, infatti, Menelik, figlio del re Salomone e della regina di Saba, porta qui l’Arca dell’Alleanza contenente i Dieci Comandamenti. Non a caso la chiesa è stata ribattezzata come la ‘cappella dell’Arca’ e si trova nella città sacra etiope Aksum.
Tutt’oggi i monaci vegliano sul “Tabot”(le Tavole della legge) e lo fanno fino alla loro morte, visto che non hanno il permesso di superare le barriere che circondano la chiesa.
Secondo il libro dell’Esodo, le Tavole della Legge contengono i dieci comandamenti che Dio ha dato a Mosè sul Monte Sinai; alcune leggende apocrife attribuiscono dei poteri soprannaturali alle Tavole. Di certo c’è che dopo la distruzione del Tempio di Salomone a Gerusalemme nessuno sa con certezza dove sia finita l’Arca dell’Alleanza.
I cristiani ortodossi etiopi sono sicuri che l’Arca dell’Alleanza sia stata portata quasi 3mila anni fa ad Aksum, nel nord dell’Etiopia, e che da allora sia stata custodita dai monaci nell’umile chiesa di Santa Maria di Sion.
Un altro esempio di chiesa costruita in luoghi impossibili e avvolta nel mistero è l’Abuna Yemata Guh di Tigray, nell’Etiopia settentrionale. Questa chiesa del V secolo sorge a 650 metri di altezza su una roccia che punta al cielo.
Per raggiungerla, bisogna arrampicarsi senza corde o imbracature, camminando lentamente lungo strette sporgenze e attraversando un ponte improvvisato traballante. Il perché è semplice: la chiesa è stata fondata da Abuna Yemata, uno dei nove santi, che scelse il luogo appartato come suo eremo.
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