La Cannabis utilizzata a scopo terapeutico non comporta rischi per la salute ed è utile nel trattamento dell’epilessia, al posto di cure palliative e in altri casi. Si è espressa così, dopo una lunga indagine, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
La Cannabis utilizzata a scopo terapeutico non comporta rischi per la salute ed è utile nel trattamento dell’epilessia, al posto di cure palliative e in altri casi. Si è espressa così, dopo una lunga indagine, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
La marijuana come trattamento praticabile per alleviare il dolore e in condizioni gravi come epilessia, Alzheimer e morbo di Parkinson è un argomento di discussione continuo che viene spesso rilanciato a livello internazionale. Sulla legalizzazione di questa sostanza, però, esistono ancora delle perplessità in quanto si è diffusa rapidamente in tutto il mondo ma i funzionari della sanità hanno più volte sottolineato che non vi erano abbastanza ricerche per escludere i possibili effetti negativi.
Adesso però, dopo mesi di discussioni e analisi sugli effetti dei cannabinoidi, il parere dell’OMS tanto atteso è finalmente arrivato ed è il seguente: il cannabidiolo (CBD), composto non psicoattivo della marijuana medica, non comporta rischi di dipendenza e non causa cambiamenti dell’umore o del comportamento. La notizia è molto importante considerando che vi sono ancora professionisti scettici sul reale rapporto rischi-benefici di questa sostanza.
L’OMS ritiene quindi che per il CBD non dovrebbe essere programmato un controllo internazionale ovvero non dovrebbe essere proibito produrlo e fornirlo per scopi specifici, come cure mediche e ricerca scientifica, dato che non sono state trovate prove di potenziali danni nell’utilizzo. Se l’OMS avesse sentenziato diversamente avrebbe invece disposto il divieto per i medici di prescrivere marijuana terapeutica a livello globale.
Come si legge nel rapporto del’OMS:
“Il CBD si è dimostrato un trattamento efficace dell’epilessia in diversi studi clinici […] Esistono anche prove preliminari che il CBD può essere un trattamento utile per un certo numero di altre condizioni mediche. […]. Le informazioni attuali non giustificano la programmazione del cannabidiolo”
Per quanto riguarda però definire se la sostanza è legale o meno, rimane valida la legislazione nazionale di ciascun paese (ad esempio negli Stati Uniti nonostante sia legalizzata per uso medico e ricreativo da molti stati, la cannabis rimane illegale a livello federale).
Nel frattempo anche in Italia la cannabis ad uso terapeutico sta prendendo sempre più piede nelle diverse regioni e ad ottobre di quest’anno il parlamento ha dato il suo parere favorevole al decreto legge che fissa i criteri per l’utilizzo e la coltivazione della cannabis terapeutica su tutto il territorio nazionale.
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L’OMS ricorda che ogni paese può decidere liberamente in merito alla legalità o meno di questa sostanza ma il suo parere autorevole potrebbe cambiare decisamente gli scenari in tutto il mondo e accelerare quel processo di riconoscimento che la cannabis sembra proprio meritare. È prevista tra l’altro una revisione più completa delle informazioni riguardo al CBD che dovrebbe essere pubblicata nel maggio 2018.