Giornata Mondiale dell’Aids: 10 cose che (forse) non sai #WorldAIDSDay

Si celebra oggi, come il 1° dicembre di ogni anno, la Giornata mondiale dell’Aids. 10 cose da sapere

Si celebra oggi, come il 1° dicembre di ogni anno, la Giornata mondiale dell’Aids #WorldAIDSDay, un’opportunità per le persone di tutto il mondo di unirsi nella lotta contro l’HIV, mostrare sostegno alle persone che convivono con il virus e per commemorare coloro che sono morti di AIDS.

Fondata nel 1988, la Giornata mondiale contro l’AIDS è stata la prima giornata mondiale della salute. A livello globale, ad oggi si contano circa 36,7 milioni di persone che hanno il virus. Nonostante il virus sia stato identificato solo nel 1984, oltre 35 milioni di persone sono morte di HIV o AIDS, rendendola una delle pandemie più distruttive della storia.

Oggi sono stati compiuti progressi scientifici nel trattamento dell’HIV, ci sono leggi specifiche e conosciamo la malattia dell’AIDS un po’ di più. Ma non basta. Sono ancora troppi coloro che non sanno come proteggere se stessi e gli altri, mentre stigmatizzazione e discriminazione rimangono una realtà per molte persone che vivono con questa condizione.

La Giornata mondiale contro l’AIDS è importante perché ricorda al pubblico e ai governi che l’HIV non è scomparso: c’è ancora un grande bisogno di raccogliere fondi, aumentare la consapevolezza, combattere i pregiudizi e migliorare l’istruzione.

I dati in Italia

Secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia, nel 2016 sono state segnalate al sistema di sorveglianza 3.451 nuove diagnosi di infezione da HIV, pari a 5,7 nuovi casi per 100mila residenti, di cui il 76,9% sono maschi.

Questa incidenza pone l’Italia a parità della Grecia al 13° posto tra le nazioni dell’Unione Europea. Le regioni con l’incidenza più alta sono il Lazio, le Marche, la Toscana e la Lombardia.

Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2016 hanno un’età media di 39 anni per i maschi e di 36 anni per le femmine. L’incidenza maggiore è nella fascia d’età 25-29 anni.

10 cose da sapere su HIV e AIDS

1. HIV diverso da AIDS

Aids (Acquired immune deficiency sindrome) sta per “Sindrome da immunodeficienza acquisita”. Nelle persone malate di Aids le difese immunitarie normalmente presenti nell’organismo sono state fortemente indebolite a causa di un virus denominato Hiv (Human immunodeficiency virus) e non sono più in grado di contrastare l’insorgenza di infezioni e malattie – più o meno gravi – causate da altri virus, batteri o funghi (infezioni/malattie opportunistiche). Ricapitolando, quindi, l’infezione da HIV rende le persone sieropositive ma non automaticamente malate di AIDS. Solo se non ricevono tempestivamente le adeguate terapie a base di farmaci antiretrovirali possono ammalarsi.

2. I sintomi

L’Aids è la fase finale della malattia. L’infezione da HIV potrebbe non avere sintomi anche per anni, rendendosi così subdola e pericolosa. Di contro, potrebbero comparire alcuni sintomi come febbre, mal di testa, dolori muscolari ed articolari, mal di stomaco, linfonodi ingrossati e/o eruzioni cutanee.

3. Il contagio…:

il virus dell’HIV si trasmette attraverso lo scambio di fluidi corporei infetti: sangue, liquido seminale, secrezioni vaginali e latte materno. La saliva non è assolutamente tra questi. La modalità più frequente di trasmissione di HIV è un rapporto sessuale non protetto, a maggior ragione in presenza di circostanze aggravanti (ferite dell’apparato genitale, malattie veneree, sesso anale o forme violente di penetrazione). Per evitare il contagio è allora opportuno praticare solo sesso sicuro (con preservativo o senza penetrazione), avere rapporti non protetti esclusivamente con un partner non infetto oppure astenersi. È importante che tutte le donne in gravidanza facciano il test dell’HIV: se sieropositive, esistono delle terapie che durante la gravidanza possono evitare che il bambino nasca a sua volta con il virus.

4 … e falsi miti sul contagio

Stringere la mano a una persona sieropositiva, abbracciarla, condividere cibo, abiti o utensili (tranne quelli che possono avere avuto contatto occasionale con il sangue, come rasoi e spazzolini da denti) non mette a rischio. Allo stesso modo, il virus non si trasmette con la tosse, con uno starnuto o nuotando nella stessa piscina e nemmeno con le zanzare.

5. HIV/AIDS e droga

I soggetti che assumono droghe per iniezione corrono un rischio molto alto di contrarre l’HIV/AIDS tramite lo scambio di siringhe e aghi infetti. Per gli stessi motivi aghi, rasoi, strumenti chirurgici o aghi per piercing o tatuaggi non sterilizzati possono veicolare il virus dell’HIV.

6. Il test

Per sapere se si è stati contagiati dall’HIV basta sottoporsi al test specifico per la ricerca degli anticorpi anti-HIV che si effettua attraverso un normale prelievo di sangue. Il test dell’HIV è in grado di identificare la presenza di anticorpi specifici che l’organismo produce nel caso in cui entra in contatto con questo virus. Sul sito uniticontrolaids è possibile trovare una mappa completa di tutte le strutture pubbliche presenti in Italia alle quali rivolgersi per effettuare il test.

7. Il test in farmacia

Nelle farmacie italiane è disponibile anche un test diagnostico “fai da te” accessibile senza ricetta, con un’attendibilità nei risultati vicina al 100%.

8. Lavoro

La legge 5 febbraio 1992, n. 104, prevede agevolazioni a favore di chi, affetto da handicap è già inserito nel mondo del lavoro e necessita di seguire controlli clinici periodici o ha altre esigenze di carattere socio-sanitario documentabili. Anche chi è sieropositivo o ammalato di Aids può, a seconda delle condizioni cliniche, ottenere il riconoscimento dell’handicap.

9. Telefono verde

Il Telefono Verde Aids e Infezioni sessualmente trasmesse (TV Aids e IST) 800.861.061 è un servizio nazionale, co-finanziato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità con attività di counselling per la prevenzione dell’infezione da HIV, dell’Aids e delle IST.

10. Terapie

Non esiste una terapia che possa sradicare l’infezione causata dal virus dell’immunodeficienza acquisita: il virus, infatti, si inserisce infatti nel DNA della cellula in modo permanente.

Leggi anche: Giornata mondiale contro l’Aids: come si fa a sapere se si ha il virus dell’hiv

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