In occasione di San Valentino, vogliamo riscoprire l'amore nella sua forma più semplice e pura. Quale? Ce lo insegna il capolavoro di Saint-Exupéry
L’amore è un sentimento nobile molto diverso dal voler bene. Un saggio maestro in questo senso è Il Piccolo Principe, il libro che tra le altre cose. spiega tra le righe la natura del vero amore.
Ti amo. Due parole dolcissime che spesso tardano ad arrivare in un rapporto di coppia. Perché se ci pensate bene, si dà loro un’importanza straordinaria. Prima di pronunciarle si vuole essere davvero sicuri di provare amore nei confronti della persona che si ha accanto o di ricevere il medesimo entusiasmo.
Nelle coppie può capitare che si litighi proprio per questo: quando uno dei due, non è disposto ad amare l’altro, con tutte le proprie forze. Ma l’amore è un sentimento carico che ci può pervadere anche quando non siamo ricambiati.
I sentimenti si sa non vanno a comando, sarebbe comodo vero? Finiamo per pensare una persona intensamente e sentirci disperati per il fatto che gli siamo completamente indifferenti. Non c’è una formula magica per smettere di amare, bisogna solo avere tanta pazienza e sperare che l’incontro con un’altra persona ci faccia battere il cuore in maniera altrettanto intensa.
Volere bene è apparentemente più facile, ma non è assolutamente così. Lo diciamo ai nostri familiari, agli amici, ai nostri animali domestici, ma pur essendo una parola inflazionata, non rischia mai di essere banalizzata.
In un certo senso, la saggezza emotiva della natura dell’amore è da interpretare tra i dialoghi de Il Piccolo Principe, il capolavoro di Saint-Exupéry, soprattutto in quello con la rosa.
Da Il Piccolo Principe:
“Il piccolo principe strappò anche con una certa malinconia gli ultimi germogli di baobab. Credeva di non tornare mai più. Ma tutti quei lavori consueti, quel mattino, gli sembravano estremamente dolci. E quando, innaffiò per l’ultima volta il suo fiore, e si preparò a metterlo a riparo sotto una campana di vetro, scoprì che aveva una gran voglia di piangere.
Addio, disse al suo fiore.
Ma lui non gli rispose.
Addio, ripeté.
Il fiore tossì. Ma non era perché fosse raffreddato.
Sono stato uno sciocco, disse infine al fiore. Scusami e cerca di essere felice.
Restò colpito dalla mancanza di rimproveri, e rimase lì sconcertato, con la campana di vetro sospesa per aria. Non riusciva a capire quella dolcezza.
E sì, ti amo, disse il fiore. Tu non lo hai saputo per colpa mia. Questo non ha alcuna importanza. Ma tu sei stato sciocco quanto me. Cerca di essere felice e lascia quella campana di vetro. Io non lo voglio più.
(…) Poi aggiunse: Non indugiare ancora, è fastidioso. Hai deciso di partire. Allora vai.
Non voleva che io lo vedessi piangere. Era un fiore così orgoglioso…
La storia del Piccolo principe e la sua rosa è una sorta di parabola sulla natura del vero amore. Il Piccolo principe lascia il suo Pianeta a causa della rosa, ma è anche il motivo per cui vuole tornarci. Un rapporto complesso e controverso quello tra i due, che rispecchia ciò che succede quando due persone si amano.
Egli lascia il suo pianeta perché è infastidito dal vanità del suo fiore. che chiede e basta, ma quando è lontano non smette di pensare a quanto sono importanti l’uno per l’altro. Quando vede il giardino di rose, che sembrano proprio come il suo fiore speciale, prova una strana malinconia.
Il Piccolo Principe pensava che la sua rosa fosse unica e preziosa, adesso pensa che sia priva di valore. Ma è la volpe a fare chiarezza: la rosa per lui è e sarà sempre speciale perché l’ha amata e nutrita. È in quel momento che il principe capisce l’importanza di guardare oltre la superficie e scopre l’essenza del vero amore: la fedeltà e la voglia di provare dei sentimenti in maniera incondizionata.
Un sentimento molto diverso da quello che il Piccolo principe ha con la volpe:
“Se tu mi addomestichi, avremo bisogno l’un l’altro. Sarai l’unico ragazzo al mondo per me. Sarò l’unica volpe nel mondo per te. Gli amici non si trovano nei negozi”.
Amare significa, dunque, desiderare il meglio dell’altro, anche quando le motivazioni sono diverse. Amare è permettere all’altro di essere felice, anche quando il suo cammino è diverso dal nostro. È un sentimento disinteressato che nasce dalla volontà di donarsi, di offrirsi completamente dal profondo del cuore. Per questo, l’amore non sarà mai fonte di sofferenza.
Amare è attribuire all’altro un posto nel nostro cuore affinché ci resti in qualità di partner, padre, madre, fratello, figlio, amico; amare è sapere che anche nel cuore dell’altro c’è un posto speciale per noi. Dare amore non ne esaurisce la quantità, anzi, la aumenta. E per ricambiare tutto quell’amore, bisogna aprire il cuore e lasciarsi amare.
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