Sotto i ghiacci dell’Antartide c’è un’antica foresta di alberi ‘resilienti’

Sotto i ghiacci dell'Antartide i resti di antiche foreste. Il Polo Sud non è sempre stato una distesa di ghiacci priva di vegetazione. Circa 260 milioni di anni fa, ospitava una patchwork di foreste. Adesso gli scienziati ne hanno ritrovato i resti fossili e li stanno studiando per conoscere più a fondo il passato del nostro pianeta

Sotto i ghiacci dell’Antartide i resti di antiche foreste. Il Polo Sud non è sempre stato una distesa di ghiacci priva di vegetazione. Circa 260 milioni di anni fa, ospitava una patchwork di foreste. Adesso gli scienziati ne hanno ritrovato i resti fossili e li stanno studiando per conoscere più a fondo il passato del nostro pianeta.

Altro che deserto gelido. Milioni di anni fa in Antartide le temperature erano più miti. Siamo alla fine del periodo permiano, prima dell’avvento dei dinosauri e del più grande evento di estinzione di massa nella storia.

Molti scienziati ritengono che un enorme aumento dei gas serra, forse dovuto alle eruzioni vulcaniche in Siberia, abbia causato questa estinzione e il team dell’Università di Wisconsin-Milwaukee spera di saperne di più proprio attraverso i fossili intrappolati sotto il ghiaccio. In particolare, i ricercatori stanno attualmente esaminando una regione chiamata Promontorio di McIntyre, nei Monti Transantartici, considerati il confine naturale tra l’Antartide Occidentale e quello Orientale.

Durante l’estate dell’Antartide, da fine novembre a gennaio, i geologi Erik Gulbranson e John Isbell sono saliti sulle pendici ghiacciate dei monti e lì, tra le rocce sono riusciti a trovare alcuni resti fossili di un’antica foresta.

Alla fine del viaggio, i geologi hanno individuato i frammenti di 13 alberi. Dallo studio è emerso che i fossili appartenevano a piante vissute oltre 260 milioni di anni fa, poco prima dell’arrivo dei dinosauri.

Anche se i primi fossili in Antartide furono scoperti da Robert Falcon Scott del 1910, la maggior parte del continente ghiacciato è ancora inesplorato.

Il Periodo Permiano è terminato 251 milioni di anni fa nella più grande estinzione di massa della storia. Più del 90% delle specie sulla Terra scomparve, incluse le foreste polari. Visto che queste ultime crescevano dove oggi non possono esserci piante, Gulbranson ritiene che gli alberi siano stati una specie estremamente interessante e sta cercando di capire il motivo per cui si siano estinti.

Secondo le ipotesi più accreditate, un massiccio aumento di gas serra, tra cui l’anidride carbonica e il metano, ha causato l’estinzione del periodo Permiano-Triassico. È probabile che nel corso di 200.000 anni – in tempi brevi, in termini geologici – le eruzioni vulcaniche in Siberia abbiano liberato tonnellate di gas serra nell’atmosfera.

“Questa foresta è la scoperta della vita prima dell’estinzione e può aiutarci a capire cosa abbia causato l’evento”, ha detto Gulbranson. Può anche dare indizi su come fossero le piante rispetto a oggi.

Alla fine del periodo permiano, l’Antartide era calda e umida e faceva parte di Gondwana, il supercontinente che attraversava l’emisfero sud e che comprendeva anche l’America meridionale, l’Africa, l’India, l’Australia e la penisola araba.

fossili foresta antartide2

La vegetazione era formata da muschi, felci e una pianta estinta chiamata Glossopteris. È probabile che la foresta si estendesse attraverso tutto il continente Gondwana ma non avesse la biodiversità che caratterizza quelle attuali. Tuttavia la vegetazione era in grado di sopravvivere e prosperare in una varietà di ambienti, vista la grande resilienza.

Ciò non bastò a salvare gli alberi dalle elevate concentrazioni di gas serra. Studiandone gli anelli, Gulbranson e colleghi hanno scoperto che essi passavano rapidamente dall’attività estiva fino al “letargo” invernale nell’arco di un mese. Le piante moderne impiegano invece diversi mesi. Gli scienziati non sanno ancora come i mesi di luce perpetua abbiano influenzato i cicli giorno- notte delle piante.

“Oggi non c’è niente di simile. Questi alberi possono accendere e spegnere i loro cicli di crescita come un interruttore” ha spiegato Gulbranson.

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Per questo il team tornerà in Antartide a novembre e vi rimarrà fino a gennaio, sperando di saperne di più sull’estinzione.

Francesca Mancuso

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