Niente di fatto, non c’è l'accordo tra i paesi Ue sul rinnovo di autorizzazione del glifosato e quindi per l’ennesima volta il voto slitta. La riunione del comitato Ue per gli alimenti, mangimi e piante che avrebbe dovuto esprimersi su una proposta di rinnovo della licenza dell'erbicida tra i 5 e i 7 anni, è stata un bico nell’acqua.
Niente di fatto, non c’è l’accordo tra i paesi Ue sul rinnovo di autorizzazione del glifosato e quindi per l’ennesima volta il voto slitta. La riunione del comitato Ue per gli alimenti, mangimi e piante che avrebbe dovuto esprimersi su una proposta di rinnovo della licenza dell’erbicida tra i 5 e i 7 anni, è stata un buco nell’acqua.
Il verdetto è arrivato nel primo pomeriggio di ieri:
“La Commissione ha preso atto delle posizioni delle diverse delegazioni degli stati membri su cui rifletterà e annuncerà prossimamente la data della prossima riunione”, dice la portavoce dell’esecutivo Ue per la salute.
Prossima data che potrebbe essere a novembre, soprattutto perché la licenza del glifosato, il pesticida della Monsanto più utilizzato al mondo e da sempre al centro di querelle sulla possibile tossicità e cancerogenicità, scade il 15 dicembre.
Mentre il Parlamento europeo ha votato per il divieto totale degli erbicidi a base di glifosato entro dicembre 2022 e non entro il 2020 come avevano chiesto 1,3 milioni di persone (70mila in Italia) che hanno firmato in meno di cinque mesi, l’Iniziativa dei cittadini europei, la Commissione europea, mercoledì, aveva presentato agli Stati Ue una proposta di rinnovo della durata ‘tra i cinque e i sette anni’.
Anche se fino ad oggi, la stessa Commissione aveva sempre dichiarato di voler presentare ai paesi membri una proposta di rinnovo per 10 anni. L’Italia si è sempre mantenuta sulla linea contraria per voce del ministro Martina e della ministra Lorenzin ed è appunto tra i 9 paesi che ribadiscono il no secco al pesticida.
A favore del rinnovo al glifosato hanno votato 16 paesi: Bulgaria, Danimarca, Repubblica Ceca, Estonia, Irlanda, Spagna, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia Romania, Slovacchia, Finlandia e UK. Germania e Portogallo si sono astenuti (la Germania lo aveva già annunciato, in attesa della formazione del governo).
Italia, Francia, Belgio, Grecia, Croazia, Lussemburgo, Malta, Austria, Slovenia e Svezia hanno invece votato contro il rinnovo.
Per la Coalizione #StopGlifosato, a cui aderisce anche greenMe.it, si tratta comunque di un segnale importante ma:
“Di fatto, l’unica posizione accettabile per i cittadini europei, in grande maggioranza contrari all’uso di un prodotto sospetto di cancerogenicità, è quella dell’uscita definitiva dal glifosato nel più breve tempo possibile. Noi da parte nostra non abbasseremo il livello di attenzione: siamo pronti per la prossima riunione del Comitato PAFF”, commenta la portavoce Maria Grazia Mammuccini.
Parole sposate anche dalla Coldiretti:
“In attesa della decisione definitiva è necessario che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta”, scrive in una nota.
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E da Slow Food:
“Produrre senza l’uso di glifosato è una pratica giù in uso e si chiama agroecologia. Siamo fermamente convinti che eliminare questa sostanza dalla nostra dieta quotidiana sia un passo importante verso la salvaguardia della nostra salute e dell’ambiente”, conclude Carlo Petrini, presidente di Slow Food.
Dominella Trunfio
Foto: Greenpeace