Un disastro molto grave, passato quasi sotto silenzio. L'ennesimo sversamento di petrolio che i media di tutto il mondo hanno ignorato. Siamo di nuovo nel Golfo del Messico, dove nei giorni scorsi si è verificata la più grave fuoriuscita di petrolio dal disastro della British Petroleum che nel 2010 provocò l'affondamento della piattaforma Deepwater Horizon e la morte di 11 persone
Un disastro molto grave, passato quasi sotto silenzio. L’ennesimo sversamento di petrolio che i media di tutto il mondo hanno ignorato. Siamo di nuovo nel Golfo del Messico, dove nei giorni scorsi si è verificata la più grave fuoriuscita di petrolio dal disastro della British Petroleum che nel 2010 provocò l’affondamento della piattaforma Deepwater Horizon e la morte di 11 persone.
La LLOG Exploration Co. ha riferito che tra l’11 e il 12 ottobre, da 7.950 a 9.350 barili di olio sono finiti nelle acque dalle infrastrutture sottomarine, circa 64 chilometri a sud-est di Venice, in Louisiana. Si tratta della più grande fuoriuscita degli ultimi sette anni.
Qualcosa come 1,5 milioni di litri di petrolio stanno mettendo a rischio l’ecosistema marino del Golfo, già provato da numerosi incidenti, primo tra tutti quello della BP.
All’origine del disastro, un guasto tecnico alle condutture a una delle più piccole pipeline utilizzate per collegare un pozzo alle strutture sottomarine vicine.
Le barriere disposte su entrambi i lati della frattura hanno bloccato in parte il rilascio di petrolio. Il sistema sottomarino colpito dal guasto è stato chiuso, riducendo così anche la presenza di greggio trasportato dalla piattaforma galleggiante Delta House.
La BSEE, l’agenzia federale che regola l’energia offshore e le attività estrattive, ha avviato un’indagine per determinare la causa o le cause dell’incidente, cercando di rilasciare anche delle raccomandazioni per impedire che simili eventi avvengano in futuro, come ha precisato Lars Herbst, a capo della BSEE per l’area del Golfo del Messico.
La piattaforma Delta House è attiva dall’aprile 2015 e una capacità massima di 100.000 barili al giorno di petrolio e 6 milioni di metri cubi di gas.
Adesso sarà necessario capire fino a che punto si sia spinto il petrolio e quali siano i danni per l’ecosistema marino.
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Periodicamente ci troviamo a fare i conti con disastri di questo tipo, non solo nel Golfo del Messico ma anche nel Mediterraneo, com’è accaduto di recente in Grecia. Abbiamo davvero così bisogno del petrolio? È naturale chiederselo, ancor più se le alternative esistono e sono decisamente meno inquinanti.
Francesca Mancuso